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 2017  novembre 07 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA LOTTA INTORNO A RENZIRENZI IN TVElezioni, Renzi: Di Maio? Un premier non può scappare e fare spacconeRoma, 7 nov

APPUNTI PER GAZZETTA - LA LOTTA INTORNO A RENZI

RENZI IN TV
Elezioni, Renzi: Di Maio? Un premier non può scappare e fare spaccone
Roma, 7 nov. (LaPresse) - «Sì, dispiace che non ci sia Di Maio. Mi aveva invitato lui. Il nulla, direbbe Gnocchi. E’ il leader di un partito importante e sarebbe importante che non scappi. Io spero che non accada ma se diventasse presidente del Consiglio non è che può fare lo spaccone». Così il segretario Pd Matteo Renzi intervenendo a `diMartedì´.
npf
072141 Nov 2017
 
M5S: RENZI «DI MAIO? NON È UN MODO SERIO QUELLO DI SCAPPARE»
ROMA (ITALPRESS) - «Di Maio si è comportato in modo strano, mi
dispiace non sia venuto. Non è un modo serio». Lo ha detto il
segretario del Pd, Matteo Renzi, ospite a «DiMartedi’». «È il
leader di un partito importante spero che non scappi» ha aggiunto
Renzi «se farà il presidente del Consiglio non è che se lo
chiama il presidente degli Usa poi scappa. Io gli avrei fatto
delle domande a Di Maio, perché per esempio lui ha il 30% delle
presenze in parlamento».
(ITALPRESS).

Renzi: Di Maio ha partecipato a 30% voti Camera, gli darei 30% stipendio
Roma, 7 nov. (LaPresse) - «Avrei chiesto volentieri a Di Maio perché da vicepresidente della Camera ha partecipato al 30% delle votazioni, Giachetti è vicepresidente come lui è ha l’86%, io gli darei il 30% dello stipendio». Così il segretario Pd Matteo Renzi intervenendo a `diMartedì´.
npf
072146 Nov 2017
 
Renzi, Di Maio non serio, un premier non scappa
(ANSA) - ROMA, 7 NOV - «Mi dispiace che Di Maio non ci sia
perché l’aveva chiesto lui ed invece ho capito che era una
bufala di Gnocchi. Aveva detto `vieni´ come quei compagni che
dicono ci vediamo dopo la campanella e poi scendi e non lo
trovi. Non è un modo serio, Di Maio è leader di un partito
importate non deve scappare, potrebbe essere premier e quando
sei premier non puoi provocare e poi scappare». Così Matteo
Renzi in studio a Di Martedì sul mancato confronto con Luigi Di
Maio nella stessa trasmissione.
«A Di Maio - aggiunge - avrei chiesto perché Di Maio che è
sempre in tv, su 25mila votazioni in Parlamento ha partecipato
al 30 per cento delle votazioni in Aula, Giachetti ha l’86 per
cento di presenze».

Renzi a Di Maio, vediamo chi è più Casta,rinuncia a immunità
Hai detto che sono aguzzino? Fatti giudicare, non scappare
(ANSA) - ROMA, 7 NOV - «Una delle caratteristiche dei Cinque
stelle è stata votare contro la Casta. E allora voglio fare una
proposta a Di Maio: io non ho immunità parlamentare, vitalizio,
immunità, lui sì. Di Maio ha fatto dichiarazioni nei miei
confronti che vanno oltre la critica politica. Ha detto che sono
un aguzzino e ho salvato le banche mandando sul lastrico
migliaia di risparmiatori. Rinunci all’immunità parlamentare.
Dica in pubblico che è disponibile a farlo. Vogliamo far vedere
chi è più cittadino e chi è più Casta? Non scappare, rinuncia
all’immunità». Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi a
DiMartedi’ su La7.
(ANSA).
MAT-FEL
07-NOV-17 21:48 NNNN

Sicilia: Renzi, è andata male, abbiamo perso
In bocca a lupo Musumeci anche se non condivido suo curriculum
(ANSA) - ROMA, 7 NOV - «Male, abbiamo perso. Non sono tra
quelli che dicono: «Sono arrivato secondo ma son contento».
Musumeci viene da una storia totalmente diversa dalla mia: gli
dico onore a lui e in bocca al lupo, anche se non condivido una
virgola del suo curriculum. Mi auguro che porti risultati». Lo
dice il segretario del Pd Matteo Renzi a DiMartedi’ su La
7.(
Camera: Renzi, a Di Maio con 30% presenze darei 30% stipendio =
(AGI) - Roma, 7 nov. - «Come è possibile che i Cinque Stelle non abbiamo votato sui vaccini, sul `dopo di noi´, sugli 80 euro. Io ero pronto a confrontarmi perché credo che i Cinque Stelle abbiano tanti argomenti». Lo ha detto Matteo Renzi a Di Martedì, su La7. «Avrei chiesto a Di Maio come mai ha solo il 30% di presenze alla Camera. Io gli darei il 30% dello stipendio». (AGI) Mol
 
Renzi, io leader vincente? lo dirò giorno dopo politiche
(ANSA) - ROMA, 7 NOV - «Io sono responsabile di 2 grandi
risultati: una vinta alle europee e una persa al referendum,
sulle amministrative abbiamo vinto in 5 regioni e perso in 2. Io
leader vincente? Glielo dico il giorno dopo le elezioni
politiche». Così Matteo Renzi a Di Martedì alla domanda se si
senta un leader vincente.

Pd: Renzi, vorrei un altro Jobs act e altri 986mila posti
(ANSA) - ROMA, 7 NOV - «Il Pd è molto più grande di Renzi e
di altri leader. In questi anni abbiamo perso Roma e Torino e
vinto altrove, ma l’elemento nuovo sono gli 986mila posti di
lavoro in più. Di questi il 71% a tempo indeterminato». Lo dice
il segretario del Pd Matteo Renzi a DiMartedi’. «Io non mi
accontento, vorrei un altro Jobs act, con altri 986mila posti di
lavoro», aggiunge. (ANSA).
MAT-FEL

== Renzi: sono primarie a scegliere chi fa il leader =
(AGI) - Roma, 7 nov. - Ricucire con Mdp? «Con questo ragionamento non andiamo da nessuna parte. La politica non è un grande Risiko che riguarda i rapporti personali tra me e Bersani o tra me e D’Alema». Lo ha detto Matteo Renzi a Di Martedì, su La7. «La divisione c’è stata quando noi abbiamo lanciato le primarie. Il problema che noi abbiamo è che le scelte su chi fa il leader non le prende un signore a cena o un software. Lo decide un popolo che porta due milioni di persone a votare e questa gente merita rispetto», ha aggiunto. (AGI) Mol
 
Sicilia: Renzi, giudizio su Pd si darà dopo elezioni politiche =
(AGI) - Roma, 7 nov. - «Io sono il responsabile di due grandi campagne elettorali, una vinta e una persa. Quella vinta è quella delle europee. Quella persa è quella del referendum». Lo ha detto Matteo Renzi a Di Martedì, su La7. «Da quando sono segretario abbiamo conquistato cinque regioni, strappate agli avversari, e due perdute», ha aggiunto Renzi: «Il giudizio sul Pd sarà alle elezioni politiche». (AGI) Mol

REPUBBLICA.IT
ROMA - Dopo la disfatta in Sicilia, il Partito democratico si prepara alla resa dei conti  interna e discute sul candidato premier. Una gran parte della minoranza dem ritiene che il segretario Matteo Renzi, pronto all’attacco in tv di questa sera su La7, debba fare autonomamente un gesto di responsabilità, lasciando subito il campo a Paolo Gentiloni per la corsa a palazzo Chigi e ricompattando il centrosinistra. Renzi da parte sua loda l’idea del ministro della Cultura Dario Franceschini di dare vita a un’alleanza di sinistra più larga: "Non abbiamo veti verso nessuno, noi. Ma basta litigi. Se il Pd fa il Pd e smette di litigare al proprio interno possiamo raggiungere, insieme ai nostri compagni di viaggio, la percentuale che abbiamo preso nelle due volte in cui io ho guidato la campagna elettorale: il 40%, raggiunto sia alle Europee che al Referendum".

Rivolto agli avversari interni ed esterni poi afferma lapidario: "Sono mesi che cercano di mettermi da parte, ma non ci riusciranno nemmeno stavolta. Qui non si molla di un centimetro". E nell’analizzare il voto siciliano, conclude: "Ha vinto la destra, tanto di cappello. Il Pd ha perso ma anche il M5s. Per loro inizia un periodo molto duro".

ROSATO: GENTILONI NOME SPENDIBILE
 Questa mattina anche il capogruppo dem alla Camera Ettore Rosato ha incluso il premier tra i "nomi spendibili" per la leadership, salvo poi ribadire che "il candidato rimane Renzi". "Abbiamo bisogno dell’alleanza più ampia possibile, con un programma concordato - dice Rosato a Radio Anch’io su Radio Uno - Abbiamo Paolo Gentiloni che oggi è a Palazzo Chigi ed è un nome spendibile. Ce ne sono tanti di nomi spendibili e Renzi lo ha detto chiaramente a Napoli (alla conferenza programmatica, ndr): lavoro per portare il Pd a Palazzo Chigi e non per portare Matteo Renzi".

Più tardi però, intercettato a Montecitorio, specifica meglio il suo pensiero: "Nel nostro partito ci sono per fortuna più personalità capaci di assumersi grandi responsabilità. Gentiloni è sicuramente una di queste, lo dimostra con il suo lavoro. Il candidato del Pd resta Renzi, legittimato dalle primarie".

• LE ALTERNATIVE DA MINNITI A GRASSO
Ma le divisioni interne restano. Dal capogruppo dei democratici al Senato Luigi Zanda, intervistato su Repubblica, arriva a Renzi la richiesta di valutare la rinuncia alla candidatura, il che significherebbe anche modificare lo Statuto del partito che prevede invece che il segretario sia anche il candidato premier. Tra i nomi sul tappeto spunta anche quello dell’attuale ministro dell’Interno Marco Minniti. L’ex ministro Arturo Parisi invece commenta: "Siamo nei guai, ma la leadership di Renzi è senza alternative". Alle accuse di "tatticismo" di Bersani risponde poi indirettamente il portavoce del Pd Matteo Richetti: "Fate voi una proposta, ma Renzi non può sparire".

L’IPOTESI DI FRANCESCHINI
Franceschini, intervistato dal Corriere della Sera, sottolinea invece l’urgenza di fare un’alleanza di centrosinistra, sul modello di quella fatta da Silvio Berlusconi in Sicilia. E per scegliere la leadership propone che, nell’ambito dell’alleanza di centrosinistra, ognuno con il proprio simbolo presenti il suo candidato.

EMILIANO: RICOSTRUIRE L’ULIVO
Mentre il governatore della Puglia Michele Emiliano, ospite su Radio Capital di Circo Massimo, chiede a Renzi "un’improvvisa maturazione" dopo "un apprendimento per trauma". Rispondendo alle domande di Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto, l’esponente della minoranza dem afferma che "in questo momento pensare di rifare il congresso del Partito democratico a tre mesi dalle elezioni non è una cosa possibile". L’unica possibilità, allora, è che Matteo Renzi "interpreti le varie anime del partito, visto che la sua e basta non è sufficiente né a leggere il Paese né il Pd e il centrosinistra.

Deve prendere atto che il suo piano di perdere le elezioni in modo controllato per non lasciare il suo ruolo non funziona. Deve essere il riferimento di una comunità intera e non c’è nessun obbligo che il candidato del centrosinistra debba per forza essere lui". Centrosinistra, Emiliano: "Non è obbligatorio avere Renzi come premier" Condividi   "Renzi ha distrutto l’Ulivo e l’Ulivo va ricostruito rapidamente, aprendo un confronto politico
nel merito con tutto il centrosinistra, dall’Udc a Sinistra italiana. Poi un candidato premier lo troviamo, l’importante è che siamo d’accordo sul contenuto", conclude Emiliano.

BERSANI CANDIDA GRASSO
ROMA - "L’ansia di cambiamento che esprimono uomini come Falcone e Borsellino, è ciò che anche oggi ci deve spingere a cambiare e migliorare questo Paese che appare stanco e deluso e a cui dobbiamo dare speranza".

A dirlo è il presidente del Senato, Pietro Grasso, intervenendo alla presentazione del libro Noi, gli uomini di Falcone a Palazzo Madama.

Oggi il leader di Mdp Pier Luigi Bersani, a margine della direzione del partito, ha lanciato la candidatura del presidente del Senato per un’ipotetica lista di centrosinistra: "Ha il profilo giusto per la premiership", ha affermato, in linea con la proposta già avanzata dal leader di Campo progressista Giuliano Pisapia, che ha incontrato il presidente del Senato ieri pomeriggio.

LEGGI Renzi: "Cercano di mettermi da parte ma non mollo. Alleanze e arriviamo al 40%"

Bersani, che in quel colloquio ha colto un buon segno, con parole più colorite specifica: "Cerchiamo una persona che abbia un profilo civico e di sinistra... Perciò Grasso ci starebbe da dio!". L’ex ministro però ha avvertito: "Questo dibattito sui candidati premier è solo tatticismo. Con il Rosatellum tutti, anche Brambilla del partito animalista, si possono candidare premier. Con il Pd siamo a una rottura profonda, che si risolve solo andando nel profondo".

D’ALEMA
"Se effettivamente Pietro Grasso volesse partecipare a questo sforzo civico e progressista, la sua presenza sarebbe fondamentale". Cosi’ Massimo D’Alema, arrivando alla direzione Mdp, risponde sull’ ipotetica leadership del presidente del Senato nella nuova formazione di sinistra.  Quanto alla discussione su Matteo Renzi premier dopo il voto in Sicilia e in vista della ricostruzione del centrosinistra, D’Alema chiede una nuova linea e nuovo leader del Pd".
PISAPIA: «Per ricostruire il centrosinistra ci vuole una discontinuità di contenuti e di leadership» sono d’accordo con èisapia