Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  novembre 07 Martedì calendario

Gli affari russi di Ross, ministro di Trump: «Tutto dichiarato». Insorgono i democratici

NEW YORK Il ministro statunitense per il commercio Wilbur Ross intasca i profitti di una società che trasporta gas e petrolio russo. La rivelazione è contenuta nel carteggio Paradise Papers pubblicati dal quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung qualche giorno fa. 
Ross è un imprenditore finanziario di lungo corso, arricchitosi con l’acquisto e la ristrutturazione delle filiere del tessile e delle acciaierie, dopo la crisi che aveva messo entrambi i settori in ginocchio. È un abile investitore, e come tale ha le mani in pasta in alcuni dei traffici internazionali più redditizi. 
LEGAME RUSSO
Al momento della conferma al senato della sua nomina al dicastero del Commercio, Ross compilò una lista delle partecipazioni che vantava in aziende che avrebbero potuto configurare un conflitto di interessi nell’esercizio delle sue funzioni. Tra queste c’era, ben dissimulata in un sistema di scatole cinesi confezionato alle isole Cayman, il possesso di 17,5 milioni di azioni (un terzo del valore totale) della Navigator, società di trasporti che ha tra i maggiori clienti il gigante petrolchimico russo Sibur. Uno dei proprietari della Sibur è Gennady Timchenko, un miliardario russo che nel 2014 è entrato nel mirino del dipartimento di Stato di Washington, e che è stato inserito nella lista dei possidenti russi da colpire con sanzioni economiche. Un altro nome al bando è quello di Kirill Shamalov, marito della più giovane tra le figlie di Putin, e co-proprietario della Sibur. Al senato Ross aveva omesso di rivelare il dettaglio dei rapporti della Navigator con la Sibur. 
LA DIFESA
Oggi si difende dicendo che i contratti tra le due precedono il 2014 e che quindi lui non era obbligato a rescindere il rapporto per via delle sanzioni. E poi lui non ne era a conoscenza perché è entrato nella quota azionaria nel 2012, ad accordi già firmati. Eppure l’esistenza del rapporto non può essergli sfuggito: i trasporti di idrocarburi per conto della Sibur hanno fruttato alla Navigator 23,2 milioni di dollari nel 2016 e 28,7 milioni quest’anno, che fanno della ditta russa il secondo tra i clienti della società. Durante l’udienza il candidato alla poltrona ministeriale aveva promesso che si sarebbe disfatto delle quote azionarie di società scomode per il suo prossimo lavoro. Quando lo ha fatto però, ha presentato alla commissione una lista delle sole dismissioni, senza specificare le aziende in cui era ancora coinvolto. Tra queste si scopre ora che era rimasta la proprietà parziale della Navigator, anche se la sua quota personale di azioni è scesa al 2%. 
È lo stesso ministero del Commercio a riconoscere il conflitto che questa posizione ha causato al ministro. Nel comunicato a difesa dell’operato del segretario, si legge che Ross si sarebbe ricusato negli ultimi otto mesi di incarico dall’interferire in qualsiasi pratica che riguardava trasporti internazionali. Un handicap non da poco per chi è chiamato a regolare gli scambi commerciali tra gli Usa e il resto del mondo. La contraddizione non sfugge invece al senatore democratico Richard Blumenthal, che siede sia nella commissione Giustizia che in quella per il Commercio. «Come può Ross garantirci in questa situazione che è in grado di difendere l’interesse della nazione prima di quelli suoi personali?» ha chiesto ieri in televisione Blumenthal. E come può motivare rapporti d’affari così a Vladimir Putin. Il senatore sa che il ministro non ha commesso nessun reato, ma chiede un’inchiesta e un’audizione pubblica, e nel caso che Ross non sappia fornire risposte, le sue dimissioni.