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 2017  novembre 07 Martedì calendario

Vittoria di Musumeci. I 5Stelle la contestano. Crollo della sinistra

ROMA Alla fine, sui risultati definitivi del voto in Sicilia, hanno, in sostanza, avuto ragione gli exit poll della notte precedente che consegnavano la palma della vittoria a Nello Musumeci con a distanza di circa 5 punti Giancarlo Cancelleri. Salvo una breve fibrillazione provocata dall’annuncio di apertura dello speciale Gr1 delle 8 di ieri mattina che, a pochi minuti dall’inizio dello spoglio, riferiva della prima proiezione sui dati del Viminale dando il candidato del centrodestra e quello dei 5 Stelle appaiati al 34 per cento. Ma bastavano pochi minuti, con l’arrivo delle successive rilevazioni, per osservare la crescita del distacco tra i due concorrenti che alla fine avrebbe visto Musumeci al 39,8% e Cancellieri fermarsi al 34,7%. Seguivano a notevole distanza, con il 18,7% il candidato del centrosinistra Fabrizio Micari che, da terzo arrivato e con la sua lista personale al di sotto dello sbarramento del 5%, resta fuori dall’Assemblea regionale e annuncia di voler tornare al suo incarico di rettore dell’Università di Palermo. La cattiva performance complessiva delle sinistre – con la lista del Pd che col 13% resta al di sotto anche dello scarso risultato del 2012 – veniva confermata dalla quarta posizione di Claudio Fava che personalmente raggiungeva il 6,1% dei consensi ma doveva soffrire un bel po’ prima di vedere la sua lista i Cento passi superare di un soffio la fatidica soglia del 5 per cento che ha consentito a esponenti della sinistra sinistra di rientrare all’Ars dopo dieci anni di assenza.
LE POSIZIONI
I grillini, che hanno tenuto fino all’ultimo accesa la speranza di un sempre più improbabile sorpasso, sembrano consolarsi parzialmente con la conquista della posizione di primo partito dell’isola, con la lista del Movimento che raggiunge il 26,7% ma che in realtà lascia con l’amaro in bocca tutto il vertice pentastellato dopo una campagna elettorale condotta ventre a terra per diverse settimane. La reazione dello sconfitto Cancelleri non è neppure di molto fair play nei confronti di Musumeci quando dichiara di non aver chiamato per complimentarsi il neopresidente dell’Ars e che non intende farlo perché, «altrimenti dovrei chiamare tutti coloro che sono i veri vincitori come i Genovese, i Cuffaro e quanti sono i protagonisti di una vittoria contaminata dagli impresentabili e dalla complicità dei media nazionale». Accusa, questa sugli impresentabili che, assieme a quella sul rischio di brogli, è stata agitata frequentemente dai grillini nel corso della campagna. E ripresa ieri da Cancelleri anche alla luce del boom elettorale del ventunenne candidato di Forza Italia Luigi Genovese che, a Messina, da figlio d’arte del padre Francantonio, ex Pd oggi FI, sentenziato a 11 anni di carcere nel processo sui corsi di formazione che ha visto la condanna anche della moglie e di altri parenti, ha messo insieme quasi 20 mila preferenze.
Con la vittoria del centrodestra entrano all’Ars, oltre allo stesso Musumeci, gli altri sei componenti del suo listino, tra i quali il commissario di Forza Italia in Sicilia Gianfranco Miccichè. Mentre tra gli esclusi eccellenti deve dare l’addio all’Assemblea Giovanni Ardizzone, presidente uscente del Parlamento regionale, assieme a tutti i candidati della lista alfaniana di Alternativa popolare che non ha superato la soglia del 5 per cento. Notevole, invece il successo della lista Sicilia Futura dell’ex ministro Salvatore Cardinale che con il suo 6% entra di slancio all’Ars e, ancorché appartenente allo schieramento pro Micari, si accinge – per dichiarazione dello stesso Cardinale ad andare in soccorso di Musumeci qualora al neopresidente mancasse qualche numero per la maggioranza. «Faremo il nostro dovere di siciliani – ha detto l’ex esponente dc, poi ministro delle Comunicazioni nei governib D’Alema e Amato – senza prestarci a politiche del tanto peggio tanto meglio».