L’Economia, 6 novembre 2017
Guida autonoma, il sogno che viene dal Giappone
Un nuovo satellite è l’arcipelago giapponese, per andare a riunirsi ad altri tre che, dal 2018, permetteranno al Paese di disporre, stabilmente e in assoluta autonomia, di informazioni dettagliate e puntuali. Questo preciso sistema di geolocalizzazione offrirà all’industria giapponese i parametri necessari per far circolare le auto autonome. Le case del Sol Levante guardano infatti già oltre la tecnologia elettrica, che ha raggiunto altissimi livelli di perfezione, e sono ormai proiettate sulle auto senza conducente. Al Salone di Tokyo (che ha chiuso i battenti ieri) i grandi gruppi comeToshiba,Takata,Mitsubishi,Mazda, Nissan e Subaru, anche se ciclicamente toccati da scandali di falsificazione, di corruzione e di recall, si sono presentati come protagonisti assoluti proprio grazie all’auto autonoma. Al di là delle carrozzerie spaziali o dei colori sgargianti dei modelli, con gli interni che paiono discoteche, i prototipi presentati dispongono di sistemi di intelligenza artificiale capaci di leggere le emozioni del conducente e di influenzare la sua guida.
Gestire emozioni (e stress)
Per Honda, nel suo concept NeuV elettrico, questa intelligenza affiancherà l’umano, saprà captare uno stato di stress o i segnali di affaticamento e consiglierà il conducente sul comportamento da tenere alla guida.
Toyota, sempre alla ricerca di soluzioni meno inquinanti, ha esposto due concept a idrogeno, il gas «pulito» che consente un’autonomia maggiore a quella elettrica. Il primo è il crossover Fine-Comfort Ride, una monovolume premium, con un motore elettrico su ognuna delle quattro ruote, che potrà avere un’indipendenza di mille chilometri; ha un interno a sei posti, con quattro sedili che formano un salotto, ovviamente connesso e che anticipa le possibilità della guida autonoma. L’altro è un bus, chiamato Sora, acronimo delle parole cielo, oceano, fiume e aria: sky, ocean, river, air. Utilizza due unità di celle a combustibile, due motori elettrici, una batteria di idruro di nichel e dieci serbatoi ad idrogeno ad alta pressione. Una proposta inedita per il trasporto passeggeri in città: sarà pronto per le Olimpiadi estive del 2020 che si svolgeranno a Tokyo, dotato di otto telecamere esterne ed interne. È programmato per decelerare in vicinanza delle fermate e per poi ripartire sulla sua corsia preferenziale.
Toyota già dal dicembre 2014 aveva iniziato a vendere la vettura Mirai, a celle combustibili: ne sono state consegnate quattromila nel mondo, la metà negli Stati Uniti. Il governo giapponese sostiene questo tipo alimentazione, tanto da prevedere che possano esserci, entro il 2030, 800mila veicoli a idrogeno, in circolazione. Akio Toyoda, il capo di Toyota, ha deciso un investimento di un miliardo di dollari, ripartiti in cinque anni, per affrontare in modo graduale la transizione dei motori a combustione, verso l’ibrido (benzina/elettrico), l’elettrico puro e l’idrogeno. E tutti con guida autonoma.
Mitsubishi ha invece ritrovato grande vitalità, appoggiata dall’alleanza con Nissan e Renault. Nel piano industriale triennale intende incrementare le vendite del 40% a livello globale, per portale a 1,3 milioni di unità e facendo salire il fatturato del 30%, per superare i 17 miliardi di dollari attuali. Punta a una crescita rapida sia negli Usa che in Cina e in tutto il Sud est asiatico. Il ceo, Osamu Masuko, ha annunciato undici nuovi modelli entro il 2020, tra cui il crossover compatto Eclipse Cross, che arriverà anche in Europa. Nissan al Salone ha esposto la sua visione sull’evoluzione della mobilità intelligente: l’Imx, un crossover a cui sono già stati applicati i principali sistemi di assistenza, che anticipa il veicolo di serie che verrà proposto in tutti i mercati dal 2019. Ma saranno almeno 13 gli inediti modelli che Hiroto Saikawa, il ceo che ha sostituito, in aprile, Carlos Ghosn, ha deciso di lanciare in uno spazio conformato a spirale, il simbolo dei significati esoterici cari alla cultura nipponica. È stata la prima apparizione (Nissan non ha partecipato al salone di Francoforte) per la nuova generazione della Leaf, sotto le forme del Nismo, con un motore elettrico di 60 Kw, attesa per il 2018.
Suzuki continua invece sulla strada delle utilitarie, che in Giappone vengono definite «kawaii», con un e-Survivor e il futuro Jimmy. Più classiche le berline mostrate da Subaru; per Mazda diverse declinazioni del linguaggio stilistico Kodo Design: sotto il cofano il primo motore a benzina, al mondo, con accensione a compressione. A Tokyo in tanti si sono fermati davanti all’Alfa Giulia, in quattro differenti versioni, e alle prime Maserati arrivate dall’Italia a bordo di un jumbo, con il logo del Tridente: 28 esemplari di Gran Turismo e Gran Cabrio, dotate del propulsore V8 da 4,7 litri. Su cui i giapponesi stanno pianificando i loro sogni.