Libero, 4 novembre 2017
Woody Allen, il capostipite dei molestatori
Una biografia curata nei minimi dettagli, l’autore è il giornalista Eric Lax, collaboratore del “The Los Angeles Time”, “Esquire” e “The New York Times Magazine”. Il titolo nella versione italiana è “Woody Allen dall’inizio alla fine”, sottotitolo “Un anno sul set con un grande regista” (Utet, pag. 405, euro 20), autentica Bibbia sulla vita del regista, narrata giorno dopo giorno sul set del film “Irrational man”, uscito nel 2015.
Strano che il protagonista non si sia opposto al titolo, è nota l’attenzione di Woody per la scaramanzia, quel «dall’inizio alla fine» suona un po’ inquietante. Intanto sta alacremente girando un altro film (mentre negli Usa sta per uscire l’ultimo, “Wonder wheel”, con Kate Winslet e Justin Timberlake). Nel nuovo lavoro si racconta di giovani fanciulle (Selen Gomez, Elle Fanning) che mettono nei guai partner più grandi di loro (in questo caso Jude Law). Anche con ricatti legati a molestie sessuali. In sintonia con l’argomento che di questi tempi fa discutere il mondo intero: promozione automatica grazie al pruriginoso argomento. Del quale Woody fu un antesignano: ricorderete la denuncia (poi lasciata cadere) della compagna Mia Farrow per presunte molestie su Soon-Y, figlia adottiva della Farrow e André Previn (in seguito Soon-Y divenne la moglie di Woody, 35 anni meno di lui).
Procediamo per ordine e torniamo all’inedita biografia, dove conosciamo le regole fondamentali dalle quali Woody non deroga mai quando lavora e neppure quando non ha nulla da fare, definendosi una «formica scavatrice»: ogni mattina fa ginnastica, ogni giorno si esercita al clarinetto, lavora a quanto scrive, oppure pensa a quanto scriverà per il film a seguire. Essendo claustrofobico, quando deve salire in ascensore adotta un escamotage utile a vincere la paura e a non perdere tempo: si autoassegna una domanda alla quale deve rispondere nel corso del tragitto. Quando sta girando un film ha esigenze precise (nel caso in cui il set sia fuori New York), per la casa in cui deve abitare nel corso delle riprese, tre le caratteristiche fondamentali: un potente impianto di aria condizionata, una doccia con un getto d’acqua pure quello potente, e un tapis roulant. Senza questi «elementi fondamentali», lo dice chiaramente, non riuscirebbe a terminare il film.
Ma sono mille le curiosità “sull’essere Woody”. che vanno ad incastonarsi nei ciak e portarono alla nascita di “Irrational man”, una storia che narra di Abe Lucas (Joaquim Phoenix), professore di filosofia che ha una relazione con la collega Rita (Parker Posey). Il concetto di storia nel senso di racconto (e non di elucubrazioni intellettuali), è basilare nel lavoro di Allen, che dice: «Quello che io offro, sempre, è una storia. Per me è questo che sono i film». E così, mentre scorre la vicenda del professore, concupito dalla bella e giovane studentessa Jill (Emma Stone) diventato assassino per difendere una povera donna dalla “giustizia ingiusta” ma finito vittima di se stesso, passano in parallelo anche i centomila frammenti della sua vita, dall’esordio con “Prendi i soldi e scappa” all’amore con Diane Keaton.
Aneddoto divertente: quando Harvey Weinstein (il potente capo della Miramax, oggi notissimo suo malgrado per l’accusa di mille molestie), all’anteprima privata di “Tutti dicono I love you” (doveva distribuirlo), pianse di disperazione. Non gli era proprio piaciuto: convinto di un flop.