Il Messaggero, 6 novembre 2017
Lo chiamavano Spencer, cazzotti e risate per ricordare il grande Bud
A Natale sarà in vendita il primo videogame ufficiale di Bud Spencer e Terence Hill, lanciato a Lucca Comics. La prossima settimana verrà inaugurata nel centro di Budapest una gigantesca statua di Bud, che campeggia da mesi sui francobolli tedeschi: «Il sito delle Poste è andato in tilt per la quantità di richieste», racconta il figlio dell’attore, Giuseppe Pedersoli. E sempre in Germania verrà presentata a breve una speciale edizione della Dune Buggy, l’auto protagonista del film Altrimenti ci arrabbiamo.
A Napoli, città natale di Spencer (all’anagrafe Carlo Pedersoli), fervono intanto i preparativi per la grande mostra in suo onore che verrà ospitata a settembre 2018 dal Palazzo delle Arti. L’attore, scomparso il 27 giugno 2016, dopo aver fatto sognare generazioni di spettatori in tutto il mondo, è tuttora vivissimo nell’immaginario popolare: la sua pagina Facebook vanta due milioni e 500mila iscritti.
CACCIA ALL’IDOLO
Nel corso della Festa di Roma erano tantissimi, divertiti e al tempo stesso commossi fino alle lacrime, alla proiezione del documentario Lo chiamavano Spencer, diretto dal regista autriaco Karl-Martin Pold, vincitore di una borsa di studio per la sua tesi di laurea su Bud: protagonisti sono due fan tedeschi, l’ex poliziotto Marcus e l’impiegato Jorgo, che inseguono l’attore per consegnargli una marionetta raffigurante Piedone lo Sbirro, uno dei suoi personaggi più famosi. Il loro pellegrinaggio dura otto anni e si conclude con successo: i due, che hanno alle spalle drammi e malattie rese più sopportabili dai film del gigante buono, incontrano finalmente il loro idolo pochi mesi prima della sua scomparsa.
«È incredibile la quantità di lettere che continuiamo a ricevere dai fan di papà», dice Cristiana Pedersoli, una dei tre figli di Bud. «Ci scrivono da ogni parte del mondo parole affettuose e commoventi. Ci spiegano che nostro padre ha saputo unire le famiglie e rappresenta ancora un punto di riferimento. Mentre l’attualità ci regala una galleria di orrori, tra scandali e sopraffazioni, un uomo perbene come lui incarna la gentilezza, la sobrietà, la correttezza».
NEMICO DEGLI ABUSI
Aggiunge Giuseppe: «L’amore e le iniziative dei fan ci onorano. Mio padre era un uomo buono e giusto, nemico degli abusi e della prepotenza. Sullo schermo non recitava, portava se stesso». Ex nuotatore olimpico, paroliere per Ornella Vanoni e Nico Fidenco, Bud Spencer è stato trasversale alle generazioni. In coppia con Terence Hill nella saga spaccabotteghini di Trinità, e da solo nella serie di Piedone, l’attore ha incarnato l’eroe che raddrizzava i torti a suon di cazzotti, pugni, legnate.
Dio perdona...io no!, Lo chiamavano Trinità, I due superpiedi quasi piatti, Io sto con gli ippopotami, Più forte ragazzi, I quattro dell’Ave Maria, Anche gli angeli mangiano fagioli sono alcuni dei suoi blockbuster. Il documentario di Karl-Martin Pold è stato presentato a Roma nel cinquantesimo anniversario del film Dio perdona...io no! di Giuseppe Colizzi, che sancì la nascita della coppia Spencer-Hill. Lo chiamavano Spencer In Germania è stato nei cinema per tre mesi, da noi si vedrà presto.