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 2017  novembre 04 Sabato calendario

Non ho l’età (per odiarti)

Quando i portici del centro storico di Bologna cominciarono a riempirsi di scritte antisemite che inneggiavano al Duce, tutti pensarono all’opera di qualche fascistello da stadio. Un pischello con il giubbotto nero e il cranio tatuato di svastiche. Invece le telecamere disseminate lungo il percorso hanno ripreso una realtà rovesciata. Gli imbrattatori sono un uomo e una donna più vicini ai sessanta che ai quaranta. Si aggirano nel cuore della notte tra le vie addormentate, trascinando pesanti sacchetti di plastica, le tasche piene di pennarelli per vergare sui muri i loro messaggi di odio. Un residente li ha seguiti con il telefonino, mentre lei straparla di ebrei e lui si esibisce nel saluto romano.
È probabile che abbiano qualche rotella da registrare, ma di sicuro sono il sintomo dello slittamento in avanti delle varie fasi della vita. Finora la trasgressione estrema e il fanatismo erano una prerogativa dei giovani. Ma in un mondo dove i ragazzi scarseggiano e si diventa adulti intorno ai sessant’anni, ne pretendono una quota anche i cinquantenni. Poiché la tendenza sembra destinata a espandersi, avremo presto una movida notturna animata da nonni con la sciatica, discoteche presidiate da buttafuori in pensione, siti web per insultatori anziani, cortei infiltrati da teppisti brizzolati e curve di ultrà della terza età che lanceranno all’arbitro le loro dentiere. L’odio non ha più età. E la mancanza di vergogna neppure.