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 2017  novembre 06 Lunedì calendario

Ghiraldini: «L’Italia del Rugby è pronta a stupirvi»

 Il vento che accarezza il Pont Neuf sulla Garonna a Tolosa e il vento che soffia sulla nazionale del nuovo corso di Conor O’Shea, pronta ad affrontare Fiji, Argentina e Sud Africa nei test match di novembre. Il veterano azzurro ed economista Leonardo Ghiraldini e la moglie Federica hanno imbacuccato ben bene i piccoli Giacomo, 3 anni, e Camilla, 4 mesi, e si godono una passeggiata domenicale sul lungofiume. «La quiete, magnifica, tra la vittoria con il Bordeaux-Begles di Brunel e le tre battaglie con l’Italia – dice al telefono il 32enne tallonatore padovano alla seconda stagione allo Stade Toulousain e alla 12a in nazionale – Nel gruppo c’è una fortissima voglia di dimostrare che il lavoro di Conor darà risultati».
Sarebbe ora, perché l’Italia non vince da 9 partite, dall’impresa di un anno fa a Firenze contro il Sud Africa.
«A 32 anni sono il primo che vuole le vittorie, ma intanto vanno incrementati i progressi legati a un progetto che, finalmente, va ben oltre questa stagione. Al tempo stesso capisco che gli appassionati vogliano festeggiare qualche successo: abbiamo un pubblico meraviglioso che magari ha capito che sfidiamo sempre avversari più forti».
Tolosa non scherza in fatto di pubblico.
«Si resta senza fiato di fronte alla passione per il rugby di questa città la cui vita si intreccia in ogni momento con quella dello Stade (club più titolato di Francia e d’Europa, ndr)».
Ci racconta che cosa hanno scritto sul suo armadietto negli spogliatoi all’Ernest-Wallon.
«(lungo sospiro)Ah, il Club dei 100. Che storia! Il presidente Lacroix ha fatto scrivere con lettere dorate i nomi dei giocatori con almeno 100 partite per il club dal 1907. Sono 128, di cui 121 viventi, con diritto al posto in tribuna: nel mio armadietto, il numero 2, sono ricordati i tallonatori Santamans, Bru e Servat. E quando ti infili la maglia sai chi ti ha preceduto. Una botta di orgoglio e la responsabilità di non deludere. Anche in Italia dovremmo coltivare queste tradizioni, queste appartenenze fonti di enorme motivazione».
Se è per quello, in Italia suo figlio Giacomo non troverebbe l’album Panini dei rugbysti.
«Già, simpatico ritrovarsi sulle figurine. Chi l’avrebbe immaginato».
Il ct O’Shea per i ruoli dei primi cinque della mischia, i trattori del pack, ha convocato 8 giocatori per sfidare Fiji (11 novembre, Catania), Argentina (18, Firenze) e Sud Africa (25, Padova; biglietti federugby.it, dirette DMax): in 7 assommano 80 caps (presenze), poi c’è lei che ne ha 86.
«Mi sta dicendo che sono vecchio?».
Macché, è il mix veterani-giovani pianificato dal ct.
«Ecco, ha detto bene pianificato, perché si vedono già gli effetti del piano di O’Shea che ha messo per la prima volta a sistema tutte le componenti del movimento: vivai, club, accademie e franchigie. Altre volte il ricambio generazionale è avvenuto per necessità contingenti, ora c’è un percorso preciso. Ed è incoraggiante la maturità di questi ventenni usciti da questo percorso».
Le franchigie Treviso e Zebre hanno iniziato con inattesi successi la stagione delle coppe europee.
«Lavorare in rete dà frutti. E la nazionale ne trarrà beneficio: sono sicuro che il bilancio di fine mese sarà positivo. Nel 2013 battemmo Francia e Irlanda: beh, in quella stagione il Treviso andava parecchio bene».