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 2017  novembre 04 Sabato calendario

I misteri del cuoco di Putin tra ville, petrolio e “troll”


Le azioni legali in nome del “diritto all’oblio” perché un motore di ricerca cancellasse tutti gli articoli che “infangavano” il suo nome non sono servite a molto. Né c’è riuscita l’ultima smentita. Ora che l’inchiesta sulle interferenze russe nelle presidenziali statunitensi ha portato alle prime incriminazioni, di Evgenij Prigozhin, soprannominato “il cuoco di Putin”, si parla più che mai. Sarebbe lui il creatore della “Internet research agency”, meglio nota come “fabbrica di troll”, gli utenti che avrebbero inondato la rete di decine di migliaia di contenuti controversi durante la campagna elettorale. Come Jenna Abrams, una blogger da 70mila followers su Twitter così popolare da essere citata dai big dell’editoria, eppure mai esistita.Nella sua prima dichiarazione pubblica in merito, Prigozhin giovedì ha negato ogni suo legame con l’Internet research agency. A documentarlo però ci sono le inchieste di diverse testate giornalistiche come Fontanka e Delovoy Petersburg che, per mettere a tacere, starebbe persino provando a comprare. Prigozhin nega anche questo, ma la sua biografia parla da sé.Nato a San Pietroburgo 56 anni fa, finì la prima volta davanti a un giudice appena maggiorenne per furto. Tornò in tribunale due anni dopo per criminalità organizzata, furto, frode e prostituzione minorile. Condannato a 12 anni di carcere, ne scontò nove. Rilasciato nel 1990, iniziò a vendere hot dog. Oggi è miliardario. Possiede ville, jet e yacht. In primavera si è persino accaparrato un lucroso contratto in Siria: protegge i giacimenti in cambio del 25% del petrolio e gas siriano. E, oltre che della “fabbrica di troll”, sarebbe l’artefice della controversa compagnia di mercenari “Wagner” attiva in Siria.La sua ascesa da venditore di hot dog a capo del gruppo di ristorazione Concord è iniziata negli anni Novanta, in contemporanea con quella del pietroburghese più illustre, Vladimir Putin. Messosi in affari con un suo vecchio compagno di collegio, Prigozhin aveva aperto vari ristoranti di lusso tra cui il “New Island” dove il leader del Cremlino cenò con l’allora presidente francese Jacques Chirac nel 2001. A servire i due capi di Stato fu Prigozhin in persona. Putin, ha raccontato una volta lo stesso Evgenij, rimase affascinato da un uomo che aveva creato un impero dal nulla. E da allora gli affidò il catering di ogni suo ricevimento. Da qui il soprannome. E, secondo diverse inchieste, anche i contratti governativi da miliardi di rubli.La prima indagine sulla sua paternità della “fabbrica di troll” risale al 2013. Ufficialmente, il fondatore della Internet research agency era un colonnello di polizia in pensione: un prestanome dietro a cui si nascondevano Prigozhin e suoi diversi collaboratori come avrebbero anche rivelato documenti hackerati dal gruppo “Anonymous International”.L’agenzia assolda studenti per scrivere commenti e post sui social media. Con obiettivi diversi negli anni: da infangare l’opposizione a sostenere le ragioni russe in Ucraina fino a influenzare la campagna elettorale Usa. Il “segreto in cucina” di Prigozhin? Lo ha rivelato giorni fa un suo ex dipendente alla tv Dozhd: imporre ai dipendenti la visione di “House of Cards” per capire come funzionerebbe la politica americana. Secondo il procuratore Mueller il trucco avrebbe funzionato.