Corriere della Sera, 4 novembre 2017
May nella rete dell’«uomo-ragno». È Gavin Williamson il nuovo responsabile della Difesa
L’«uomo-ragno» ha tessuto la sua tela fino ad arrivare al cuore del potere: anche Theresa May finirà ora per cadere sua preda? Quel che è certo è che la nomina di Gavin Williamson a ministro della Difesa ha sollevato onde alte nel partito conservatore e nello stesso governo britannico: la promozione del 41enne capogruppo parlamentare è stata definita «ridicola» e «spaventosa» dai suoi colleghi.
Il motivo è presto detto: Williamson è il tipo che tiene sulla scrivania, sotto una teca di vetro, una tarantola di nome Cronus che usa per terrorizzare i deputati che si affacciano nel suo ufficio e piegarli ai suoi voleri. Il suo compito infatti è garantire la disciplina di partito e finora ci è riuscito benissimo: tanto che lo hanno soprannominato «l’assassino dalla faccia di bambino». Al congresso conservatore ha tenuto un discorso che ha gelato la platea, tanto era infarcito di minacce pronunciate con un sorriso glaciale: a un certo punto, sottolineando che il suo lavoro richiede il ricorso al bastone e alla carota, ha sibilato: «Non credo molto nel bastone, ma è incredibile quello che si può ottenere con una carota ben appuntita».
Williamson è stato finora l’occhio e l’orecchio di Theresa May in Parlamento: e come tale è il depositario dei segreti più inconfessabili dei deputati, che lui usa per farli rigare dritto. O per promuovere la sua ambizione. Pare che sia stato lui ad andare dalla premier per dirle che nel passato di Michael Fallon, il ministro della Difesa, c’era ben altro che la mano morta appoggiata sul ginocchio di una giornalista: e che quindi bisognava dargli al più presto il benservito. Salvo poi suggerire se stesso per prenderne il posto.
A Westminster girano ormai le voci più inverificabili. E c’è chi è arrivato a domandarsi se non ci sia lo stesso Williamson dietro il famigerato dossier «Alta libidine», quella lista della vergogna con nomi ed elenco delle molestie sessuali perpetrate da una quarantina di deputati. Questa è probabilmente fantapolitica e complottismo spinto, ma è certo che il beneficiario immediato dello scandalo degli abusi è l’ambizioso capogruppo conservatore, che è riuscito a installarsi d’un colpo a fianco di Theresa May nel governo.
In questo modo Williamson si è posizionato per la successione alla premier. C’è chi pensa che lei abbia voluto promuoverlo proprio per preparare la propria uscita di scena al termine dei negoziati sulla Brexit e sbarrare così la strada a Boris Johnson. Ma lo spietato Cronus potrebbe decidere di non voler aspettare così a lungo.
Ormai la politica britannica assomiglia sempre di più a House of Cards, la serie tv sugli intrighi di Washington: dove il protagonista Frank Underwood, impersonato da Kevin Spacey, è proprio un ambizioso capogruppo parlamentare che orchestra uno scandalo per farsi nominare al governo e alla fine far fuori il presidente prendendone il posto.
Come se non bastasse, ieri è emerso che l’addebito principale contro Michael Fallon, che ne ha determinato la cacciata, è stata l’accusa di aver tenuto un comportamento inappropriato addirittura nei confronti di una collega di governo, Andrea Leadsom, la leader dei Comuni. Ma lei ha negato di aver fatto uscire la notizia: chi è stato allora a far filtrare l’indiscrezione? L’intrigo si infittisce.
Ormai a Westminster regna un clima di paura, ogni ora si attendono nuove rivelazioni. Sulla graticola c’è al momento Damian Green, il vicepremier oggetto di un’indagine: e ieri fonti di Downing Street evitavano di schierarsi a sua difesa. Le stesse fonti che non escludevano nuove inchieste su altri ministri, rifugiandosi nel rifiuto di «commentare in continuazione». È una crisi di cui non si vede la fine e che potrebbe trascinare con sé tutto il governo May e l’attuale gruppo dirigente conservatore.