La Stampa, 4 novembre 2017
Glossario siciliano. Le parole della contesa politica in una terra dove le cose non possono che peggiorare
AUTONOMIA
Cambiare tutto ma perché tutto cambi, tranne l’autonomia. «È fondamentale garantire e riaffermare il riconoscimento della specialità della Sicilia», dice Beppe Grillo e il più autonomista degli autonomisti, Roberto La Rosa, candidato presidente di Siciliani liberi (così indipendentista che, ha detto, se vinco darò asilo a Carles Puigdemont, il quale dunque farà bene a puntare sul Tibet o sul Brasile), spiega che la vera autonomia, cioè ampliata, la vuole solo lui. Claudio Fava, il candidato dalemiano (si perdoni la semplificazione), si accontenterebbe di applicarla, perché sia «vera». Matteo Salvini rilancia la «vera autonomia». Comunque, anche con l’autonomia falsa in Sicilia molti stavano benissimo.
CLOACA
Con l’autonomia, dice Luciano Violante, la Sicilia è diventata «un latifondo, pieno di consorterie». Più schietto il senatore Tito Di Maggio (eletto con Mario Monti e nato a Barcellona Pozzo di Gotto, Messina): «La Sicilia non è un laboratorio, è una cloaca». Il sommo Pietrangelo Buttafuoco, scrittore catanese, ha un’idea: «Dichiarare bancarotta».
ELETTORI
Chi vota per Fava è un irresponsabile, dice Fabrizio Micari, candidato del Pd. Chi vota per il Movimento Cinque Stelle è un masochista, dice Silvio Berlusconi. Il cui candidato, Nello Musumeci, vanta invece un grande elettore: «Ce la faremo, Dio è dalla nostra parte».
ETÀ
Aneddoto raccontato da Berlusconi: «Ai piedi dell’aereo ho parlato con una hostess. Poi il comandante le ha chiesto quanti anni mi darebbe, e lei ha risposto che me ne darebbe cinquantanove». Di reclusione, forse.
FORCONI
Mariano Ferro, leader dei Forconi, 61 anni, di Avola (Siracusa), ha deciso di candidare sé e il suo movimento alle elezioni regionali. «Non ci riconosciamo più nei leader tradizionali: le candidature col centrodestra di Musumeci rappresentano un atto di trasformismo. Dunque appoggeremo il gruppo autonomista di Roberto La Rosa, che non è colluso con l’attuale sistema», ha detto mercoledì il coordinatore dei Forconi, Carlo Siena. «I Forconi li rappresento io e appoggiamo Musumeci», ha detto giovedì Mariano Ferro. Ieri, nessuna novità.
INDURAIN
«Micari è come il ciclista Miguel Indurain, che manteneva un’andatura lenta, poi recuperava gli avversari, li superava e vinceva», ha detto Davide Faraone, palermitano del Pd. L’impressione è che Micari sia ancora alla fase «andatura lenta». Nel Pd siciliano dicono che è stato scelto perché non si trovava nessun altro disposto a perdere. È soltanto un pettegolezzo, ma con qualche solidità. «Basta con il giornalismo delle fake news. Dopo alcuni importanti impegni internazionali, Matteo Renzi sarà ancora al mio fianco», ha detto Micari meno di due settimane fa. Aveva ragione lui: poi Renzi è arrivato a Catania. Un’ora di comizio e via. «Non soffro di solitudine», ha detto Micari. Renzi, ieri: «Voterei Micari, ma vinca il migliore». Forza, Indurain.
MARSHALL
Berlusconi ha un piano («un piano Marshall») per risolvere, una volta per tutte, i guai della Sicilia. Eccolo: riprendere il piano per la costruzione del ponte sullo Stretto, aprire un casinò a Taormina, zero tasse per le start-up, esenzione dalle tasse per i siciliani che tornano in Sicilia, abolizione del bollo sulla prima auto (promessa troppo allettante, visto che il bollo in Sicilia lo paga il tredici per cento degli abitanti, cioè l’abolizione è già stata autoproclamata). «Vi daremo due miliardi all’anno perché possiate costruirvi le infrastrutture, le ferrovie, i porti». Solo due miliardi? «Due, tre, quattro».
PRESENTABILI
«Musumeci è in mano agli impresentabili». «I veri impresentabili sono i Cinque Stelle». «Impresentabili anche nella lista Salvini». «Leoluca Orlando complice degli impresentabili». «Il Pd pensi agli impresentabili di Forza Italia». «Liberiamo la Sicilia dagli impresentabili». «Impresentabile chi presenta gli impresentabili». Oppure, al contrario. «Noi senza impresentabili». «Forza Italia non ha il problema degli impresentabili». «Da noi nessun impresentabile». «Se ci sono gli impresentabili, non votateli». E di più. «Le liste pulite faranno la differenza». «Le liste di Forza Italia sono pulite, non accetto lezioni». «Da noi liste pulite, e gli altri?». «Con Fava liste pulite». «Sacrosanta battaglia su liste pulite». «Meglio perdere, ma liste pulite». Quindi, con questi presupposti (chi abbia detto che cosa è ormai irrilevante), la parola all’Antimafia di Rosy Bindi. «Bindi ci dia la lista degli impresentabili». Risposta: il monitoraggio alle candidature regionali siciliane non potrà concludersi entro il 29 ottobre, termine fissato dalla Commissione per non arrivare troppo a ridosso del voto, né entro il 5 novembre, data delle elezioni. Tuttavia «i dati saranno resi pubblici appena disponibili e verificati». Cioè, quando gli impresentabili (nello sfuggente giudizio dell’Antimafia) saranno già stati eletti.
PRESENTABILI/2
Chiusa senza traccia d’ironia. «L’eroe antiabusivismo rinviato a giudizio», dicevano esultanti qualche giorno fa quelli del Pd. L’eroe è l’ex sindaco di Licata, Angelo Cambiano, che per la lotta all’abusivismo è stato sfiduciato dal suo consiglio comunale. Se il Movimento vince con Giancarlo Cancelleri, Cambiano sarà assessore. Anche da rinviato a giudizio. Infatti ha scelto lui di non pagare la multa comminata dal tribunale e di farsi processare per dimostrare la sua innocenza. Il che dimostra che essere imputati può essere un onore.