Gazzetta dello Sport, 4 novembre 2017
Sicilia, vigilia di elezioni

Stiamo qui a occuparci delle elezioni siciliane, e dovremmo invece dir qualcosa sull’isola e sui suoi problemi, e sui problemi del Mezzogiorno.
• Quali sarebbero le novità? Sappiamo già che il Nord va bene e il Sud va male, e, nel Sud, la Sicilia è una di quelle che va peggio.
I conti dell’isola sono talmente dissestati che il catanese Pietrangelo Buttafuoco ha previsto l’inutilità della vittoria di chiunque: la Sicilia dovrà in ogni caso essere commissariata. La Banca d’Italia ha realizzato uno studio sulla distribuzione della forza economica in Italia (si intitola Economia delle Regioni
), individuando tutta una serie di «aree manifatturiere vitali». Ebbene in Sicilia - come in Molise, in Calabria e in Sardegna - di queste «aree manifatturiere vitali» non ce n’è nemmeno una. Del resto in Regione i dipendenti certificati dalla Corte dei Conti sono 17.057, cinque volte quelli della Lombardia, che ha però il doppio degli abitanti. Sommando quelli delle altre strutture e quelli delle partecipate si arriva a 28.796 impiegati. Ci sarà pure un gruppo di eroi che lavorano, ma in generale direi che si tratta di una colossale mangiatoia. Con questa logica del «tanto mi mantiene lo Stato» (o la Regione, che è lo stesso) la Sicilia occupa il 237° posto su 263 per competitività tra le regioni europee (dati della Commissione europea). E del resto perché sforzarsi a fare impresa? Mentre 11.501 siciliani sono scappati all’estero nel 2016 (+17,1% sul 2015, dati Migrantes), le imprese estere a partecipazione italiana in Sicilia sono appena 229, pari allo 0,2% del totale nazionale (un terzo si trova nella sola Lombardia). Così dice il Rapporto Ice 2016/2017. Eccetera eccetera.
• Sono i temi della campagna elettorale?
Per niente. Nessuno di questi argomenti porterebbe voti, anzi.
• E allora di che parlano?
Renzi, nella sua dichiarazione di ieri - l’ultima prima del voto previsto per domani -, s’è premurato di specificare che il candidato del centro-sinistra non è stato scelto dal Pd, ma da Leoluca Orlando. «Che vinca il miglior candidato e la migliore squadra - ha detto -. Certo, se fossi siciliano voterei quello che ritengo il miglior candidato, Fabrizio Micari, indicato al centrosinistra dal sindaco Orlando sulla base del ’modello Palermo’, un’alleanza cioè che andasse oltre il Pd. Rettore, grande esperienza amministrativa, primo impegno in politica, visione di una Sicilia internazionale. Micari ha fatto una scelta coraggiosa e ardita: in una campagna in cui gli altri si rinfacciano accuse di mafia, vogliono bruciare vivi (testuale) quelli che non la pensano come loro, fanno promesse roboanti senza coperture, Micari ha scelto un tono totalmente diverso». Il «bruciare vivi» allude al post del grillino Angelo Parisi contro Ettore Rosato.
• Ne deduco che Renzi s’è già girato dall’altra parte, e alla Sicilia preferisce non pensare.
Berlusconi ha fatto invece molte promesse: niente tasse per gli emigrati siciliani che tornano a casa, un piano Marshall per l’isola «quando saremo al governo» a colpi da 5-6 miliardi l’anno, e di nuovo il Ponte sullo Stretto. Si tratta, come per tutti i discorsi dei candidati, di chiacchiera allo stato puro, a cui credo non abbia prestato fede nessuno. Ci si è concentrati, piuttosto, sui rapporti tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Anche se i leader dei tre partiti si sono visti a cena alla trattoria del Cavaliere nel quartiere Belillo di Catania e sono stati a tavola fino all’una di notte passata. Però Salvini è arrivato tardi e ha detto subito che non c’è nessun «patto dell’arancino», come sostenuto dalla Meloni, ma che di accordi si parlerà solo a elezioni concluse. La verità è che pensano tutti alle politiche e a come sfruttare il voto siciliano per un rilancio del centro-destra a livello nazionale.
• Se vincono.
Il centro-destra ha fatto una campagna forsennata contro il M5s, forse perché ha giudicato inutile prendersela con le macerie del Pd o forse per non rovinare una possibile intesa futura con Renzi, come sostiene Di Maio. Il M5s ha fatto campagna soprattutto parlando di disoccupazione giovanile (tra le più alte in Europa). Ieri, oltre a Grillo, è sceso a Palermo anche Davide Casaleggio, che ha girato la città in bicicletta. «Il centrodestra ha svuotato le carceri per fare le liste, speriamo di liberare la Sicilia. Noi i condannati li mettiamo alla porta anche per piccoli reati». Sono discorsi che puntano alla conquista del voto giovane. Ammesso che i giovani vadano a votare.