La Stampa, 1 novembre 2017
In Italia sempre più rifiuti ma raddoppia la differenziata
In Italia cresce la produzione di rifiuti. Dopo cinque anni di progressiva riduzione, nel 2016 ha superato le 30 milioni di tonnellate, facendo segnare un più 2% (pari a 590 mila tonnellate) rispetto all’anno precedente. A fare il punto sullo stato dell’arte della spazzatura del nostro Paese è il nuovo rapporto sui rifiuti urbani dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che spiega come questo sia un dato «in controtendenza rispetto» all’andamento degli ultimi cinque anni, ma «in linea con gli indicatori socio-economici» sull’andamento dei consumi e sul Pil.
Nel Nord Italia si producono 14,2 milioni di tonnellate di rifiuti ed è qui che c’è l’aumento maggiore con un più 3,2%; al centro sono 6,6 milioni di tonnellate (più 0,9%) e al sud 9,4 milioni di tonnellate (più 1,1%). I maggiori aumenti della produzione sono stati registrati in Veneto, con più 9%, e Trentino Alto Adige, con più 4,5%, mentre «solo in tre regioni» è stato registrato un calo di produzione: Liguria (meno 3,1%), Molise (meno 1,2%), Calabria (meno 1,2%).
La prima regione per produzione pro capite è l’Emilia Romagna, con 653 chilogrammi di rifiuti a testa all’anno, seguita dalla Toscana con 616 chilogrammi. Tra le province, Reggio Emilia ha il valore più alto con 749 chilogrammi. La media nazionale pro capite è di 497 chilogrammi all’anno.
In dieci anni raddoppia la raccolta differenziata: si passa dal 28,5% del 2006 al 52,5% del 2016, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Ma, avverte l’Ispra, l’Italia è ancora in ritardo rispetto all’obiettivo del 65% fissato al 2012. Obiettivo che è stato raggiunto «solo da quattro regioni del Nord». Tra queste il Veneto al 72,9%, il Trentino Alto Adige al 70,5%, la Lombardia al 68,1%, e il Friuli Venezia Giulia al 67,1. La provincia con i livelli più elevati di raccolta differenziata si conferma Treviso con quasi l’88%, seguita da Mantova, Pordenone e Belluno. I livelli più bassi di differenziata, «inferiori o di poco superiori al 10%», si registrano nelle province siciliane di Siracusa, Palermo, Enna. La tipologia più raccolta con la differenziata è la frazione organica.
Diminuiscono invece i rifiuti smaltiti in discarica: meno 5% rispetto all’anno precedente; sul dato incide l’alta riduzione registrata nel Nord Italia. Ma secondo l’Ispra «non tutte le regioni sono dotate delle necessarie infrastrutture per il trattamento dei rifiuti, in particolare di quelle deputate al riciclo». Per la «scarsa dotazione» di impianti l’export di rifiuti verso altre regioni o all’estero è il doppio rispetto all’import: vengono esportate oltre 433 mila tonnellate di rifiuti urbani (soprattutto verso Austria e Ungheria) mentre quelle importate sono 208 mila tonnellate, la maggior parte dalla Svizzera. Nel 2016 a livello nazionale il costo medio pro capite all’anno per i rifiuti è di 218,31 euro (più 0,6% rispetto all’anno prima).