la Repubblica, 2 novembre 2017
La caduta degli dei. Anche Dustin Hoffman accusato di molestie
ROMA No, Dustin Hoffman, no. Tutte le certezze si sgretolano, se anche uno dei divi più amati (due premi Oscar), il Laureato ribelle che ha fatto innamorare l’America, il padre di Kramer contro Kramer, il giornalista di Tutti gli uomini del presidente, l’attore sfigato che in Tootsie travestito da donna diventa star, finisce tra i molestatori. È la caduta degli dei, il caso Weinstein scatena un effetto domino. Il passato ritorna. Chi non ha mai parlato lo fa adesso, a distanza di venti, trent’anni.
Mentre le vittime di Kevin Spacey si moltiplicano, Hoffman viene accusato dalla scrittrice Anna Graham Hunter di averla molestata quando aveva 17 anni ed era una stagista. In un articolo su Hollywood reporter, Hunter scrive che l’attore nel 1985 la palpeggiò facendo allusioni sessuali sul set del film Morte di un commesso viaggiatore. «Mi ha chiesto di fargli un massaggio ai piedi il mio primo giorno di lavoro, e l’ho fatto. Flirtava apertamente, mi toccava il sedere, parlava di sesso di fronte a me», racconta. «Una mattina ero nel suo camerino a prendere l’ordinazione per la colazione. Mi ha guardato con un ghigno: “Vorrei un uovo ben sodo e un clitoride alla coque”. Il suo staff è scoppiato a ridere. Io sono andata via senza parole. Sono andata in bagno e ho pianto». Battuta veramente idiota per mettere in difficoltà una ragazza, pratica che si ripete ovunque ci siano rapporti di potere. Perché gli uomini, chissà perché, si sentono autorizzati a fare battute a sfondo sessuale se la sottoposta è una donna; sui set come nei negozi, negli ospedali, negli uffici, nei giornali, in fabbrica.
A distanza di 32 anni, Hunter si sfoga, spiega di aver subito parlato con un superiore che le consigliò di «sacrificare» alcuni dei suoi valori per il bene della produzione. Del suo stage ricorda tutto, avrebbe confessato alla sorella: «Mi ha toccato il sedere quattro volte. L’ho colpito e gli ho detto che era un maiale». Oggi che è una donna di 49 anni non ha dubbi: «Ora so che quello che faceva Dustin Hoffman s’inserisce nello schema più esteso di ciò che le donne subiscono a Hollywood e altrove. Lui era un predatore, io una bambina, e la sua è stata una molestia sessuale». Peccato che Hoffman, oggi ottantenne, replichi – come quasi tutti in queste occasioni – con una serie di banalità: «Ho il massimo rispetto delle donne e mi dispiace terribilmente che qualsiasi cosa io possa aver fatto l’abbia messa in una situazione spiacevole. Mi dispiace» dichiara. «Non riflette ciò che sono».
Ormai nel faldone “caso Weinstein” s’inseriscono episodi di stupro, molestie odiose, approcci maldestri, battute orride, in ambienti diversi. Il governo May trema sotto le accuse. In America, Michael Oreskes, responsabile delle news di NPR, si è dimesso per un episodio del 1990 ammettendo le sue colpe. Sei donne accusano il regista-produttore Brett Ratner ( Rush hour, X- Men- Conflitto finale), di essere state ricattate sessualmente.
La lista della vergogna di Spacey, che dopo la denuncia di Anthony Rapp si è affrettato a fare coming out, si allunga. Tra il 2004 e il 2015 il divo, all’epoca direttore artistico dello storico teatro londinese Old Vic (che invita tutti a denunciare via mail), avrebbe organizzato provini solo per tentare approcci. Un picnic elegante allestito sul palcoscenico, calici di champagne, luci, come per una nuova produzione di Shakespeare. Era questa la messinscena, secondo il racconto di una delle presunte vittime. «Sembra che per Spacey l’unico requisito per sentirsi libero di toccarci fosse essere un maschio sotto i 30 anni», scrive sulla sua pagina Facebook l’attore messicano Robert Cavazos.
Daniel Beal, barista del West Sussex, racconta che la star si sarebbe sbottonata i pantaloni («Grosso, no?») invitandolo a guardare; il regista Tony Montana denuncia un’aggressione nel 2003: «Mi mise la mano sull’inguine strizzando con forza i miei attributi». Ha spiegato di essersi poi sottoposto a una terapia di sei mesi per superare il trauma. Un’altra presunta vittima, protetta dall’anonimato, ha rivelato alla Bbc di essere stato molestato da Spacey, quando aveva 17 anni. Il “bollettino” finirà qui?
Intanto la polizia di Beverly Hills annuncia di aver aperto inchieste penali contro Harvey Weinstein e lo sceneggiatore-regista James Toback (denunciato, tra le altre, da Selma Blair, Rachel McAdams e Julianne Moore). Secondo il Los Angeles Times sarebbero oltre 300 le donne che lo accusano.