Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  novembre 02 Giovedì calendario

Qatar, l’Italia adesso prova a mediare

DOHA (Qatar) Il premier Paolo Gentiloni, impegnato in questi giorni nella missione in India e Paesi del Golfo, ha voluto rientrare con un po’ di anticipo ieri sera a Roma. Oggi vedrà i sindacati che ha convocato per discutere dell’aumento dell’età pensionabile a 67 anni, di cui le sigle chiedono il rinvio. Il clima è rovente: già a due ore dal suo atterraggio nella Capitale il premier ha appreso della richiesta del Pd di rinviare il tema a giugno, dunque al prossimo governo. La battaglia sulla Stabilità è appena iniziata: Gentiloni a Ryad si è mostrato sicuro sui numeri necessari per l’approvazione. L’obiettivo è condurre la Legge in porto con minimi aggiustamenti, e un rinvio del tema delle pensioni svelenirebbe il clima a sinistra, dove Mdp sta cannoneggiando la manovra anche su altri fronti e la Cgil sembra pronta a usare lo strumento dello sciopero. La tecnica del premier sarà dunque quella di affrontare un tema per volta ma senza toccare l’impianto della manovra che giudica equilibrato. Quanto alla sua approvazione, dalle sue parole si è potuto cogliere un certo pragmatismo: se l’atteggiamento di Mdp sarà quello di tenersi mani libere per massimizzare il risultato elettorale, i numeri dovranno comunque esserci.
Ma quello della Stabilità non è l’unico obiettivo di Gentiloni che sembra disponibile a sfruttare l’intero arco della legislatura, il che significherebbe voto non prima del 20 marzo. Dalla missione di questi giorni è emersa la volontà del premier di mettere al sicuro il risultato di una crescita considerata forse non esaltante ma almeno promettente. A confortare il premier ci sono i dati sugli investimenti esteri che potranno anche aumentare nei prossimi mesi grazie agli effetti della Brexit. Se il percorso è tracciato, il lavoro della missione è stato quello di consolidarlo.
Alla definitiva ripresa dei rapporti con l’India, si aggiungono i colloqui nell’area del Golfo. Qui una nuova classe dirigente di emiri più giovani e risoluti a fare riforme per attirare investimenti alternativi allo sfruttamento del petrolio, fluidifica il dialogo. In Arabia Saudita il giovane erede al trono, Mohammed bin Salman, è deciso a dare al suo Paese non solo riforme ma anche infrastrutture moderne, energie rinnovabili e tecnologie avanzate. Ma anche nel quadrante mediorientale Gentiloni si muove con cautela a causa dell’isolamento del Qatar da parte dei Paesi limitrofi, tra cui Arabia Saudita e Emirati, a causa del suo avvicinamento all’Iran.
Ieri il giovane emiro qatarino, Tamim bin Amad Al-Thani, che Gentiloni ha incontrato appena dopo una delegazione parlamentare dell’Associazione amici del Qatar guidata da Guglielmo Vaccaro, ha confermato l’interesse per gli investimenti in Italia. Ma avrebbe anche chiesto aiuto per affrontare l’embargo dei Paesi che lo circondano che ha definito “assedio”. «Quando hanno chiuso le frontiere e avviato l’embargo – avrebbe detto l’emiro – abbiamo capito che dipendere da altri per il latte era una nostra deficienza e non una colpa altrui». Il Qatar chiede aiuto per la produzione e la lavorazione di materie prime e di beni di assoluta necessità, come i medicinali. Per ora è l’Iran, messe da parte alcune problematiche tra i due Paesi, a aiutare il Qatar nell’emergenza anche umanitaria, visto l’arrivo dei profughi cacciati da Paesi, come il Bahrein, che prima li ospitavano.