La Stampa, 2 novembre 2017
Scandalo molestie a Westminster. Si dimette il ministro della Difesa Michael Fallon
Ormai i giornali inglesi lo hanno ribattezzato «Pestminster». Un gioco di parole dove Westminster diventa la casa dei «sex pest», parassiti sessuali, palpeggiatori, molestatori e addirittura violentatori veri e propri.
Dopo la lista dei nomi di presunti parlamentari porcelloni, arrivano le testimonianze delle vittime e cade la prima testa: un nome pesante, quello del ministro della Difesa, Michael Fallon, che si è dimesso ieri in serata, travolto dallo scandalo. Il ministro era accusato di aver toccato le ginocchia di una giornalista durante una cena del Partito conservatore ed è chiaro che sarà difficile per Theresa May limitare i danni. Ieri, mercoledì, era il giorno del Question Time, il momento in cui la democrazia parlamentare britannica si esprime nella sua forma più alta.
Il governo risponde alle domande dell’opposizione e sulla questione Pestminster, May ha cercato di spostare il tiro fuori dal palazzo: denunciate tutto alla polizia, ha detto. Come se questo bastasse ad assolvere le responsabilità della politica. Ha anche annunciato che sarà istituita una commissione di inchiesta e lo stesso ha affermato il leader dell’opposizione Jeremy Corbyn, avviando un’indagine interna al Labour per fare luce sulle accuse di stupro avanzate da un’attivista di 25 anni contro un membro del partito.
Così, mentre arrivavano le secche smentite di alcuni big conservatori il cui nome appare nella lista (tra cui Rory Stewart, sottosegretario agli Esteri e il deputato Dominic Raab) e mentre Damien Green, il braccio destro di May, ha negato ogni coinvolgimento nel caso sollevato da una stagista 30 anni più giovane di lui, il ministro della Difesa ha gettato la spugna.
Il caso è destinato a questo punto a ingrossarsi. Ieri l’Evening Standard ha sparato in prima pagina un’altra bomba pronta a scoppiare sotto la poltrona di Theresa May. Alcune donne vittime di molestie hanno parlato al quotidiano londinese diretto dall’ex cancelliere dello Scacchiere George Osborne, non proprio un amico della prima ministra che lo fece fuori in modo spiccio dopo la Brexit. Una ex assistente del Partito conservatore ha rilasciato all’Es una sconvolgente testimonianza dove racconta che le sono state messe delle pillole nel drink, le cosiddette droghe da stupro, proprio nel bar dentro Westminster, lo Stranger’s Bar, riservato ai deputati e ai loro ospiti. Ha riferito anche di aver denunciato il fatto alla polizia, dove le fu detto che «non era la prima volta». Un’altra vittima racconta di essere stata «afferrata da dietro» da un parlamentare conservatore per cui lavorava, proprio in un ufficio di Westminster. Aveva denunciato il fatto ai funzionari della Camera, ma le era stato risposto che non c’era «niente che loro potessero fare».
E la cronista politica dell’Evening Standard, Pippa Crerar, scrive a sua volta un lungo articolo, dove racconta le sue esperienze poco piacevoli con alcuni parlamentari in pub e bar intorno al palazzo, dove la cultura del maschio alfa politico si esplicava nelle forme peggiori, tra forte puzzo di birra, smaneggiamenti, battutacce e avance verso stagiste, ricercatrici e assistenti. Pippa riferisce che qualcuno ci ha provato anche con lei, altri le hanno messo le mani addosso, altri le hanno mandato messaggini.
Sono fatti che risalgono a una quindicina di anni fa, ma ammette di aver taciuto per non avere problemi. Ne aveva parlato solo con una collega e amica. «Avevamo convenuto che erano incidenti al limite. Mani fuori posto, battute da brilli, avance un po’ sgangherate. Avevamo scartato completamente l’idea di fare qualsiasi passo ulteriore. Non volevamo passare per rompiballe. Non volevamo che i nostri capi, quasi tutti maschi, pensassero che creavamo problemi. In fondo erano i primi Anni 2000, quando a Westminster non c’erano ancora molte donne e i colleghi ci chiamavano le “Lezzy Lobby”. Ovvero la lobby delle lesbiche».
Questo è il clima. E sarà difficile che una testimonianza non ne tiri con sé altre decine. Infatti anche la Bbc ha pubblicato un’intervista con un giovane ex stagista, James Greenhalgh, che racconta di essersi «sentito violato» per le molestie di un ex parlamentare proprio in uno dei bar dentro la House of Common. Anche a lui fu detto che non poteva fare una denuncia anonima. La diga è pronta a cedere.