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 2017  novembre 02 Giovedì calendario

Addio a Stefano Salvatori, guerriero del Milan d’oro di Sacchi

C’è un’immagine che raffigura la voglia di combattere sempre e comunque di Stefano Salvatori. Il centrocampista ha la maglia degli Hearts, i cuori di Edimburgo, è impegnato in un corpo a corpo, aggrappato al suo braccio c’è un giocatore dei Rangers: Rino Gattuso. Salvatori però è già oltre, si sta scrollando di dosso l’avversario e amico. Era la finale della Coppa di Scozia, 16 maggio 1998: il trofeo venne riportato a Edimburgo dopo 42 anni. Il sito degli Hearts ha dato la notizia della scomparsa di Salvatori: avrebbe compiuto 50 anni il 29 dicembre. Non si parla delle cause, sembra una grave malattia.

CUORE E CORSA Mediano tutta forza e tutta corsa, i capelli corti e ritti davanti, lunghi sulla nuca, in campo dava l’idea di un guerriero calato su Roma, la sua città. Fuori era umile, semplice. Il Milan lo prese dalla Lodigiani; lo prestò alla Virescit Boccaleone, squadra di un quartiere di Bergamo, nel 1987-88 e arrivò terza nel girone A della Serie C. Mancò la B allo spareggio con la Reggina. Salvatori si presentò al raduno con un sacchetto contenente i pochi effetti personali, non gli serviva altro. Tornò poi a Bergamo con l’Atalanta, dal 1994 al 1996. Non era fra i titolari, ma fra le riserve viveva la partita con la stessa foga: in un diverbio tra un avversario e un componente della panchina, questi minacciò il giocatore di «slegare il cane qui vicino». Era Salvatori, mastino anche ai bordi del campo.

UN CARO RAGAZZO  Salvatori ha giocato anche con Parma, Fiorentina, Milan, Spal, Alzano Virescit, AlbinoLeffe e Legnano. Allenatore poi a Voghera e Legnano, cambiò vita andando in Australia per aprire delle scuole calcio. Con il Milan faceva parte della rosa campione d’Europa nel 1989-90 e vinse la Supercoppa 1989 giocando anche da titolare all’andata contro il Barcellona. Arrigo Sacchi ricorda: «Era un mediano, ma mi serviva come terzino destro. Non era il suo ruolo, si mise a disposizione senza problemi. Un caro ragazzo, questo era il suo stile».