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 2017  novembre 01 Mercoledì calendario

L’inflazione non riesce a crescere

MILANO
A ottobre i prezzi tornano sui livelli di inizio anno dopo aver toccato il picco nello scorso aprile. Nel mese di ottobre 2017, secondo le stime preliminari Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo si contrae dello 0,2% su base mensile e aumenta dell’1% rispetto ad ottobre 2016 (era +1,1% a settembre). Nell’Eurozona l’inflazione di ottobre è stata dell’1,4% su base annua.
Il lieve rallentamento in Italia dell’inflazione è dovuto al taglio dei prezzi legato alla fine della stagione turistica (ricettività e ristorazione) e alle nuove norme introdotte sulla contribuzione studentesca universitaria introdotte con la Legge di stabilità 232/2016 (-16,1% tendenziale). Viceversa aumentano i prezzi degli alimentari non lavorati (+3,8% da +2,1%).
Pertanto, l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta da +0,7% di settembre a +0,5% di ottobre. 
Vivace il carrello della spesa: i prezzi dei beni alimentari e di quelli per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,7% su base mensile e dell’1,7% su base annua (da +1,1% di settembre).
«La debolezza dei consumi – osserva Loredana Federico, capo economista di UniCredit research – è tale da non riuscire a influenzare i prezzi. In realtà ci aspettavamo un dato dell’inflazione dell’1,2%, ma non avevamo considerato il forte impatto delle nuove norme sulla contribuzione studentesca che sfiora il 17% su base mensile. Ma anche la fine della stagione turistica ha avuto un peso che è andato oltre il mese di settembre, quando solitamente si adeguano i listini». I servizi ricettivi e di ristorazione sono calati dello 0,7% su base mensile.
Il Pil si rafforza ma i prezzi s’indeboliscono. L’indice Istat non comprende le vendite di auto, i servizi e l’ecommerce, gli elementi più dinamici di questi anni. «Istat – sottolinea Federico – si sforza di seguire l’evoluzione dei consumi aggiornando costantemente il paniere. E credo ci saranno novità anche nella prossima revisione del paniere».
Per Confcommercio «permane un certo differenziale inflazionistico tra Italia e l’Eurozona che, tuttavia, non è indice di specifiche patologie del nostro sistema produttivo, atteso che anche in Europa l’inflazione è complessivamente debole e lontana dai target della Banca centrale europea. A questo proposito, un’inflazione di fondo attorno all’1% costituisce un forte ancoraggio alle aspettative di una politica monetaria ancora accomodante”.
Nella grande distribuzione l’inflazione risulta anche più moderata, secondo Iri solo del +0,3% nei primi 9 mesi. «Nella mia insegna – interviene Francesco Avanzini, direttore commerciale di Conad – l’inflazione è intorno allo 0,8-1%. Dal loro canto, le vendite sono migliorate rispetto all’anno scorso, ma sui livelli di una buona tenuta di tutti i comparti. I budget del 2018 registrano un lieve rialzo dei prezzi, per esempio nel lattiero-caseario, ma nulla di particolarmente preoccupante». Poi Avanzini si augura che le elezioni della prossima primavera si chiudano da subito nel segno della stabilità. «Perchè – conclude – l’incertezza paralizza i consumatori».