Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  novembre 01 Mercoledì calendario

Travolge i ciclisti e urla Allah akbar. «Un atto di terrorismo codardo». Otto morti e 11 feriti a Manhattan. Fermato un 29enne uzbeco di Tampa. Trump: «È una persona malata»

WASHINGTON I morti sono 8. I feriti 11. Terrorismo, dice l’Fbi. Un altro attacco con un furgone, a poche centinaia di metri dal Memorial dell’11 settembre, a New York. Il killer si chiama Sayfullo Saipov, di nazionalità uzbeca, 29 anni. È arrivato negli Stati Uniti nel 2010, vive a Tampa. Ora è in ospedale, colpito dai fucili della polizia. Dovrebbe sopravvivere.
Alle 15,05 l’uomo, alla guida di un pick up bianco preso a noleggio nel New Jersey, irrompe sulla pista ciclabile che scorre sulla dorsale ovest di Manhattan, in parallelo al fiume Hudson. Piomba a tutta velocità, saltando il marciapiede e sorprendendo alle spalle ciclisti, «runner», pedoni. Il furgone travolge tutto. Due-trecento metri ancora e si schianta contro un bus in servizio su Chamber street per la Stuyvesant High School. A bordo ci sono due adulti e due bambini: feriti, non gravemente per fortuna. Non è finita. Un video mostra Saipov balzare fuori dal veicolo, si guarda intorno, impugna una pistola. Diversi testimoni lo sentono gridare «Allah akbar», Allah è il più grande. Circostanza confermata poi dagli inquirenti. Ci sono molte persone nei dintorni, come sempre, come ovunque a Manhattan. «Via, via, è armato». Panico, fuga disordinata: scene ormai familiari. Gli agenti sparano, centrano l’uomo all’addome, lo catturano, lo portano in un ospedale vicino. Poi sigillano l’area, arrivano centinaia di poliziotti, si mobilita la squadra anti-esplosivi con i cani addestrati: si cercano eventuali complici, altre minacce. Le autoambulanze trovano un varco nel traffico pietrificato e ignaro di tutto solo pochi «blocchi» più a nord. C’è subito la sensazione che le vittime saranno diverse, sei corpi senza vita tra le bici disintegrate. Altre due persone colpite moriranno in ospedale. Nella lista dei morti ci sono argentini e un belga.
Ancora un’ora di grande tensione, poi l’allarme rientra: è «un lupo solitario». Il commissario James O’Neill conferma la dinamica dei fatti e dice che Saipov aveva una pistola spara chiodi e un’altra caricata con proiettili di inchiostro.
Dalla Casa Bianca arriva la reazione di Donald Trump, via Twitter: «Un altro attacco da parte di una persona malata e folle». E ancora: «Non possiamo consentire all’Isis di tornare o entrare nel nostro paese dopo averlo sconfitto in Medio Oriente e altrove. Basta».
Il sindaco Bill de Blasio e il governatore Andrew Cuomo convocano una conferenza stampa. Parla il primo cittadino: «Siamo di fronte a un atto di terrore, il più vigliacco degli atti di terrore. Noi newyorkesi non ci faremo piegare, abbiamo superato altre prove terribili. Andremo a fondo alle indagini, siamo determinati a farlo. Voi siate vigili». Il governatore aggiunge: «Non ci sono prove che ci sia un piano che coinvolga altre persone».
È la notte di Halloween, mancano pochi giorni alla Maratona: «Ricordiamo le vittime nelle nostre preghiere e dico a New York di continuare a essere New York», chiude il governatore Cuomo.