la Repubblica, 1 novembre 2017
Inciviltà e lavoro nero. «Così nasce l’emergenza»
ROMA Sono minacce a geometria variabile: cumuli in stradine secondarie che cambiano di continuo consistenza, assalti olfattivi che spuntano accanto alle case, dissuasori turistici disseminati lungo vie dalla storia secolare. È l’abbandono selvaggio, l’altra faccia dei rifiuti. Quella in chiaro sta nelle statistiche che ci segnalano un Paese relativamente virtuoso. Proprio ieri l’Ispra ci ha ricordato che in 10 anni la raccolta differenziata è raddoppiata arrivando al 52,5%: siamo sempre sotto la soglia obbligatoria dal 2012 (65%), ma in costante progresso. Almeno stando ai dati ufficiali.
La realtà è molto diversa, segnata da milioni di atti di inciviltà che sarebbe facile evitare: la mappa dei rifiuti abbandonati si allarga di continuo, alimentata dal lancio del sacchetto della spazzatura dall’auto che sta diventando uno sport nazionale. Non esistono spiegazioni ufficiali, ma parlando con chi da anni studia il fenomeno emergono varie motivazioni. Ecco le principali.
SERVIZI INADEGUATI
L’offerta di raccolta varia enormemente da città a città. I Comuni non sono riusciti a mettersi d’accordo né sulla tipologia di rifiuti da accorpare nella raccolta differenziata né sul colore da dare ai contenitori. Persino smaltire correttamente i resti di uno spuntino può diventare un esercizio che richiede concentrazione. «Ci sono città come Milano in cui la maggior parte dei palazzi ha spazi interni abbastanza grandi da poter ospitare contenitori per la differenziata e situazioni in cui tocca tenere in casa per 3 o 4 giorni gli avanzi di pesce in attesa che ritirino l’umido» spiega Antonio Massarutto, docente di economia a Udine. «Nasce così il turismo dei rifiuti, la spazzatura viene caricata in macchina per arrivare in un luogo in cui lo smaltimento è più semplice». Qualche volta troppo semplice: a metà del viaggio ci si libera del sacchetto.
COSÌ FAN TUTTI
Oltre un certo livello il fenomeno tende ad autoalimentarsi. La diffusione delle mini discariche può creare la sensazione che si tratti di una scorciatoia tollerata: una volta che si forma il primo cumulo di rifiuti, la collinetta cresce in automatico. «Due anni fa il Comune di Torino ha censito nel proprio territorio 2.200 siti in cui veniva illegalmente abbandonata la spazzatura» ricorda Daniele Fortini, presidente di Geofor, la municipalizzata del settore della Provincia di Pisa. «A Napoli, dove pure è ancora in vigore l’arresto per chi è sorpreso ad abbandonare rifiuti, erano comunque 230, in una zona più ristretta. A Roma oltre un migliaio».
L’ECONOMIA SOMMERSA
Appena parte la raccolta differenziata spinta e spariscono i cassonetti dell’indifferenziato i rifiuti diminuiscono. «È la dimostrazione del peso del sommerso, dell’economia in nero che ha bisogno di liberarsi clandestinamente dei rifiuti prodotti da attività che ufficialmente non esistono», afferma Alessandro Marangoni, il coordinatore del Rapporto Was sulla strategia di gestione dei rifiuti che uscirà a fine mese. «Il piccolo laboratorio artigianale che non fattura, l’importatore di pneumatici clandestini, la ditta di ristrutturazioni che lavora in nero, non avendo più a disposizione i cassonetti dell’indifferenziata, in cui finisce illegalmente di tutto, tendono ad abbandonare i rifiuti in discariche nascoste. Del resto la terra dei fuochi, regno dell’ecomafia che ha fatto i soldi con la monnezza, è anche uno dei luoghi in cui il lavoro nero è più diffuso, anche se poi quell’area ha dovuto inghiottire i veleni di tante fabbriche del Nord».
L’EVASIONE FISCALE
I Comuni con la cosiddetta tariffa puntuale, cioè quelli in cui si paga solo l’indifferenziato, stanno crescendo: l’ultimo rapporto Ispra ha esaminato un campione di un milione e 800 mila abitanti che utilizzano questo sistema in 223 Comuni. «Vuol dire che se io abito lì devo mettere l’indifferenziato in un sacco marchiato», spiega Fortini. «Il camion della raccolta passa, con il lettore ottico legge il codice a barre con il mio nome e a fine anno la tariffa che pago è proporzionale al numero dei sacchi di indifferenziata che ho legalmente consegnato; naturalmnete ci può essere chi per evitare di pagare abbandona i sacchetti per strada. Invece, se mandato a regime il sistema funziona e le tasse sui rifiuti possono scendere per tutti». A patto di riuscire a fermare i furbetti della spazzatura.