la Repubblica, 1 novembre 2017
E Netflix decide di spegnere «House of Cards»
Continua la caduta libera di Kevin Spacey. Dopo l’accusa di aver molestato sessualmente anni fa l’attore Anthony Rapp, che all’epoca dei fatti aveva appena 14 anni, la casa di produzione di House of Cards ha deciso di interrompere le riprese della sesta stagione di cui l’attore premio Oscar per American Beauty e per I soliti sospetti è protagonista: «La produzione della stagione finale di House of Cards è sospesa fino a nuove comunicazioni», hanno scritto i responsabili di Netflix in una breve nota pubblicata su Twitter. La clamorosa denuncia di Rapp aveva già convinto lunedì scorso Netflix di voler chiudere nel 2018 la serie al termine della sesta stagione. Ora il nuovo colpo di scena.
Sempre ieri Spacey si è visto revocare l’Emmy Award che gli sarebbe stato assegnato il 20 novembre a New York per il suo contribuito alle produzioni tv di qualità: «Alla luce dei recenti eventi, Kevin Spacey non verrà onorato con l’International Emmy Founders Award 2017», recita il secco comunicato dell’International Academy. Altre clamorose rivelazioni hanno ieri ulteriormente squarciato il velo sulla vita privata di Spacey, molto criticato per il momento scelto per il coming out sul suo essere gay e le cui scuse per il comportamento tenuto con Rapp non sono finora bastate a placare le critiche che l’hanno sommerso sui social. Ieri il fratello maggiore dell’attore, il 62enne Randall Fowler, ha raccontato in un’intervista al Daily Mail di essere stato violentato per anni da bambino dal padre (che si era tra l’altro iscritto al partito nazista americano) e che la loro madre ne era pienamente consapevole. Secondo Randall Fowler, il fratello Kevin decise di fare l’attore (prendendo il cognome della nonna) proprio per cercare rifugio in una realtà fittizia, un necessario diversivo rispetto alla sua vita travagliata. «In casa nostra c’erano le tenebre, un orrore assoluto, che Kevin cercava di rimuovere», ha spiegato Fowler al tabloid londinese, sconvolto dalle violenze subite al punto di scegliere di non avere figli pur di non rischiare «di poter trasmettere loro il gene da predatore sessuale di nostro padre». Autista di limousine e a tempo perso imitatore del cantante Rod Stewart, cui lo lega una forte somiglianza, Fowler ha aggiunto che Kevin reagì alla situazione che stavano vivendo in famiglia diventando freddo e incapace di provare sentimenti: «Il cinema è stato una fuga dalla realtà».
Intanto l’Associazione dei produttori americani ha radiato il molestatore seriale Harvey Weinstein, il re di Hollywood. E Rose McGowen, sua principale accusatrice, è stata raggiunta da un mandato di arresto per droga. «State cercando di zittirmi?», ha commentato l’attrice.