Corriere della Sera, 1 novembre 2017
Londra, «caccia» ai molestatori del Parlamento
Londra Lo scandalo delle molestie sessuali a Westminster si sta trasformando in una gogna che rischia di trascinare nel fango l’intera classe politica britannica. La «lista della vergogna» che circola in Parlamento e online ha ormai raggiunto i 40 nomi: ma almeno 13 dei deputati menzionati sono coinvolti in relazioni senza ombra di comportamenti inappropriati. Un esempio è la ministra dell’Interno Amber Rudd, citata nella lista per il suo rapporto con un altro deputato conservatore, allacciato peraltro dopo il divorzio di lei. Anche altri membri del Parlamento finiscono nell’elenco per relazioni con persone del loro staff, in alcuni casi alle spalle dei coniugi: ma sempre in maniera del tutto consensuale.
Ambigua anche la chiamata in causa di Damian Green, di fatto il numero due del governo di Theresa May, cui viene rimproverata l’iscrizione al sito di incontri per persone sposate «Ashley Madison»: una circostanza che lui nega con veemenza. È stato invece identificato nel ministro della Difesa Michael Fallon il politico che ha messo le mani sulle gambe di una giornalista finché lei non ha minacciato di prenderlo a pugni per farlo smettere. Qualche giorno fa la giornalista Julia Hartley-Brewer aveva raccontato che un membro del governo «aveva ripetutamente messo le mani sulle mie ginocchia durante una cena a una conferenza di partito». Julia aveva aggiunto che «con calma e cortesia gli avevo spiegato che, se lo faceva di nuovo, gli tiravo un pugno in faccia. Allora lui ha ritirato la mano e la faccenda si è conclusa lì». Ieri il Sun ha svelato che il politico in questione è il ministro della Difesa. Lui ha ammesso l’accaduto ma ha spiegato che la cosa risale a 15 anni fa. La stessa giornalista ha detto di non essersi sentita vittima di un assalto sessuale e di aver trovato la cosa «più o meno divertente». E Julia ha twittato una foto delle sue ginocchia dicendo che erano «ancora intatte». Ma la rivelazione in pieno scandalo molestie ha messo in imbarazzo il governo. Il portavoce di Theresa May ha fatto sapere che la premier non ha intenzione di aprire un’indagine sul ministro della Difesa. Il caso lambisce anche i laburisti: una attivista del partito ha denunciato di essere stata stuprata da un importante esponente laburista durante un evento pubblico ma di essere stata messa a tacere «per il suo bene».