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 2017  ottobre 27 Venerdì calendario

Ma i guerrieri dell’ online sono i nuovi sfruttati?

Diventeremo tutti corrieri, vaticina Fabrizio Dallari, basterà avere un mezzo di trasporto, un telefono e del tempo libero e a quel punto il sogno della logistica a costo (quasi) zero sarà compiuto. Per intanto, spiega il professore della Liuc Università Cattaneo di Castellanza, dobbiamo accontentarci delle consegne a un euro. Che non sono un sogno, ma un’illusione ottica. Creata dai prestidigitatori di Amazon che in sostanza fanno pagare le spedizioni lowcost ai fornitori, esigendo da loro prezzi sempre più bassi.Lei insegna logistica da 25 anni: com’è cambiata?
«Da una parte con la frammentazione estrema degli ordini, per cui si tende a comprare online anche solo una matita. Il onepieceflow.ilflusso di un solo oggetto, che sarà la norma nel 2020. Perché dovrei tenermi 12 bottiglie in casa quando posso farmene consegnare una al giorno? Dall’altra sempre più velocità abbinata alla tracciabilità. Amazon ha capito le due esigenze e ha saputo soddisfarle».
Ma com’è possibile farsi consegnare quantitativi minimi a prezzi così bassi?
«Rapido conto: io faccio un ordine ogni due settimane, in media 20 all’anno. E ho Prime che, a fronte di 20 euro, mi offre le consegne gratuite. Dunque ogni consegna mi co sta un euro. Non è possibile, infatti...».
Dov’è il trucco?
«Che costerebbe molto di più ma Amazon ha la forza contrattuale per andare dal fornitore e dire “il tuo margine è del 25 per cento?“, ora lo riduci perché io devo dare al cliente finale l’impressione che la consegna sia quasi gratis. È una lotta senza quartiere. Se Esselunga scopre che un suo fornitore sta per andare su Amazon lo espelle. El’algoritmo controlla migliaia di altri siti per assicurarsi che non abbiano prezzi più bassi. Per eventualmente allinearsi».
Quali sono i rapporti di Amazon con i corrieri?
«Si serve di tutti i vettori perché altrimenti non riuscirebbe a sostenere i picchi che si verificano durante l’anno. E sotto il nome di Amazon Logistics si raggruppano tante piccole società di trasporto che lavorano in esclusiva per lei. Un corriere con furgone non può fare meno di 250 euro al giorno per ripagare investimento, benzina, etc. Sotto la capienza di 3,5 tonnellate non ci sono leggi che limitano gli orari di lavoro. Ipotizziamo dunque che lavori dodici ore, per circa 20 euro all’ora. Se davvero credessimo all’euro per consegna di Prime, dovrebbero fare 20 consegne, che è insostenibile. Una stima più verosimile, ipotizzando settanta consegne al giorno, è di 3,5 euro l’una». 
Però Amazon si espande e, nonostante l’automazione, assume...
«Il suo modello è vincente, sebbene abbia margini bassissimi. E non crea occupazione “intelligente“: dei miei laureati in logistica ne assorbirà 1 -2 all’anno. Il resto sono magazzinieri e posizioni più basse».
Che futuro dobbiamo aspettarci?
«La sua anteprima è già tra noi e si chiama crowdshipping. Tipo i fattorini di JustEat e Foodora. Un esercito di studenti, o pensionati, che con una bici o un motorino si improvvisano corrieri. È l’avanzata della logistica amatoriale che va bene sin quando lo sconosciuto che entra in casa, magari pagato in bitcoin, non molesta mia figlia».
Altri effetti collaterali meno cruenti?
«Più che le strade si intaseranno le portinerie. E c’è già chi testa la consegna nei bagagliai delle auto da aprire a distanza. Di certo cambiano le abitudini di acquisto. Già adesso, dove c’è la consegna in giornata dell’alimentare, non si pianifica più la spesa come una volta. Se dimentichi qualcosa, fosse anche solo la carta igienica, la ordini e arriva. E presto arriveremo allo shopping predittivo, amministrato dall’algoritmo».