La Stampa, 28 ottobre 2017
Cannabis, boom di prescrizioni. Arrivano nuove regole
I medici saranno anche divisi sulla sua utilità, ma intanto è boom di prescrizioni per la cannabis a scopo medico. Dai 110 kg del 2015 quest’anno si arriverà quest’anno a triplicare con 350 kg e per il 2018 il Ministero della salute prevede di toccare il muro della mezza tonnellata.
L’investimento dello Stato
I dati vengono presentati oggi al Congresso della società di farmacologia a Rimini, ma la novità che trapela dal dicastero è anche la decisione del Governo di investire più soldi per ampliare la produzione della «cannabis di Stato» da parte dello Stabilimento farmaceutico militare di Firenze, dal quale quest’anno non sono usciti solo 100 kg dell’erba in versione medicamento. Il resto, 250 kili, lo importiamo dall’Olanda, che però fino ad oggi non ha rispettato né quantitativi, né tempi di consegna, lasciando di conseguenza migliaia di pazienti senza un supporto terapeutico, sulla cui utilità manca ancora l’ok finale degli studi clinici, ma che pazienti e medici che lo prescrivono giurano risolva problemi legati al dolore e a parecchie patologie.
Il prossimo anno dallo stabilimento con le stellette dovrebbero uscire 250 kg di «erba doc», mentre nel 2019 lo stabilimento fiorentino dovrebbe soddisfare tutti e 500 i kilogrammi della domanda di cannabis terapeutica stimata. Il che significa non dipendere più dall’Olanda, dove tra l’altro il prodotto esportato ha una percentuale di principio attivo, il Thc, più alto di quello contenuto nel prodotto per decotti del nostro stabilimento militare. Una garanzia per i pazienti che approdano alla cannabis come ultima spiaggia per la soluzione dei loro problemi, ma anche una certezza in fatto di sicurezza del prodotto finale.
«La decisione di investire nello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze per aumentate la produzione di cannabis ad uso medico merita un plauso, perché – spiega il professor Michele Navarra, farmacologo dell’Università di Messina- permetterà di continuare ad utilizzare un prodotto certificato, cosa molto difficile per un medicinale vegetale. Infine, gli studi clinici che avranno lo scopo di testare l’efficacia e la sicurezza della FM2 o “cannabis di Stato”, e che si spera vengano avviati prossimamente, permetteranno di sciogliere tutte le riserve che parte della comunità scientifica e della società hanno nei confronti di questo farmaco naturale», puntualizza il professore.
Quando si può usare
Nel frattempo il ministero della Salute specifica più nel dettaglio chi ha diritto alla cannabis a scopo medico. Prima di tutto può essere prescritta solo quando le terapie tradizionali, già regolarmente approvare, risultino inefficaci. Poi, almeno al momento, servirà: a combattere il dolore cronico; in patologie che implicano spasticità associata sempre a stati dolorosi, come sclerosi multipla o lesini al midollo; contro nausea e vomito, causati da chemio, radioterapia e terapie contro l’Hiv; per stimolare l’appetito in pazienti affetti da cancro o Aids, oltre che in anoressici e affetti da cachessia ( ossia stati di deperimento da cause varie); pazienti con glaucoma; malati della sindrome di Gilles del la Tourette con problemi di movimenti involontari del corpo e del volto.
Questo sempre che gli studi clinici in corso non ne dimostrino l’utilità anche per altre malattie. Già oggi, comunque, «è responsabilità del medico prescrivere la ricetta magistrale per altri usi», specificano sempre dal Ministero della Salute. Un’ apertura che però non significa poter andare dal dottore e tornare con la ricetta dell’erba di Stato a scopo di «sballo», magari con la scusa del mal di testa. Per l’uso ricreativo serve un’altra legge. Che ad oggi sembra lontana.