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 2017  ottobre 28 Sabato calendario

La Domenica è In solo per le Parodi: 37 mila euro in due

Domenica in è il classico esempio di operazione sbagliata in Rai. Prendete un programma che va bene come quello dell’anno scorso, condotto da Pippo Baudo. Che partiva con la gallina dalle uova d’oro: L’Arena di Massimo Giletti, con punte del 22% di share. E poi stravolgete tutto: fate una nuova Domenica in senza L’Arena e mettendo alla conduzione Cristina Parodi, tolta dalla trasmissione pomeridiana La vita in diretta, dove al suo posto è stata messa Francesca Fialdini. Risultato: va male Domenica in e va peggio La vita in diretta.
Nel programma, inoltre, Cristina ha voluto accanto a sé la sorella Benedetta. Entrambe con un notevole stipendio: Cristina Parodi ha una retribuzione di 25000 euro a puntata (775 mila annui), la sorella Benedetta di 12000 (372 mila l’anno). Trentasette mila euro ogni domenica solo per le due conduttrici per una trasmissione che a puntata (in totale questa stagione sono 31) costa all’incirca 120 mila euro.
Totale: 3 milioni e 720 mila euro, di cui 1 milione e 147 mila per le sorelle Parodi. Che domenica scorsa hanno racimolato uno share tra il 9,1 e l’11,1% mentre Barbara D’Urso viaggiava tra il 16,8 e il 18,4. Nella prima puntata, invece, Domenica live ha vinto con il 13,7% contro 12,3. E quest’anno avrebbe potuto esserci addirittura l’en plein, con una trasmissione del terzo fratello Parodi, Roberto, che sarebbe dovuta partire da gennaio, il sabato su Raidue, ma a quanto pare Viale Mazzini, in evidente imbarazzo per l’overbooking di Parodi, per il momento ha congelato la cosa.
Se poi ci mettiamo il continuo calo di ascolti di Fabio Fazio (che domenica scorsa ha tirato il fiato grazie al Gran Premio di Formula Uno), ecco il capolavoro della domenica Rai: perdere nel day time e nel prime time con i diretti concorrenti, a fronte di spese faraoniche. Ricordiamo che il programma di Fazio ha un costo di 410 mila euro a puntata, per un totale di 13 milioni e 120 mila a stagione, per quattro anni. Ma il calo di Fazio, passato dal 20,8 al 14,9, ha messo in allarme anche gli investitori pubblicitari. Che, come racconta Panorama, sborsano 90 mila euro per 15 secondi di spot durante la prima parte del programma.
La Rai ha garantito loro uno share tra 16 e il 18%, ma se la soglia scende sotto il 14,5 (e ci siamo quasi) si rischia la fuga degli sponsor, che potranno chiedere di rinegoziare i contratti o di chiuderli.
A tutto questo dovrebbero pensare il nuovo direttore di Raiuno Angelo Teodoli, uomo di prodotto e di palinsesti, e quello di Rai3 Stefano Coletta, che sta mettendo a punto un nuovo programma per la domenica sera da presentare a Mario Orfeo per la terza rete rimasta orfana di Fazio.
A Rai1 si stanno studiando dei correttivi, ma su Fazio Viale Mazzini non può agire più di tanto: il contratto sottoscritto con Officina prevede che sia la società a fornire contenuti e ospiti del programma. Su Domenica in, produzione interna Rai, invece, Viale Mazzini può intervenire. “Abbiamo costruito un programma nuovo che ha bisogno di un po’ di rodaggio. Cristina Parodi è una grande professionista e sta già studiando dei correttivi. Siamo tranquilli. Detto questo, noi facciamo servizio pubblico: dobbiamo fare ascolti con una tv diversa da quella di Barbara D’Urso”, dicono da Viale Mazzini. La D’Urso, che ha avuto il vantaggio di partire un mese prima, intanto, macina ascolti. “In Rai si tolgono o si spostano i programmi che funzionano. E lo spazio che resta vuoto viene conquistato dai concorrenti”, osserva il deputato dem Michele Anzaldi. E se la domenica piange, il sabato non ride: Celebration su Rai1 alla seconda puntata ha registrato l’11%, meno della metà del 26,7 di Tu si que vales, lo show di Canale 5 targato Maria De Filippi e Gerry Scotti. Vedremo stasera, mentre domani sarà un’altra domenica di passione.