Il Sole 24 Ore, 28 ottobre 2017
Nba, dai nuovi sponsor 200 milioni. Fino al 2025 tutte le franchigie vestiranno Nike
Oltre 200 milioni di dollari all’anno tra kit supplier e sponsor di maglia: queste le due novità in Nba che alzano l’asticella dei ricavi.
Dopo 11 anni di divise firmate Adidas, per la lega professionistica di basket made in Usa, è iniziata l’era Nike, che per le prossime otto stagioni produrrà le uniformi delle 30 squadre del torneo. Un accordo dal valore complessivo di un miliardo di dollari, per circa 125 milioni a stagione, ai quali si aggiungono gli oltre 100 milioni che le franchigie Nba si sono già assicurate con l’introduzione dello sponsor di maglia. Cifra destinata ad aumentare, dato che finora solo 17 squadre hanno una “patch” nella propria divisa e che alcune di queste hanno siglato accordi con importi da definire a seconda dei risultati e dei riconoscimenti singoli per i giocatori.
Dai 20 milioni di dollari (poco meno di 17 milioni di euro) che i Golden State Warriors campioni in carica prenderanno da Rakuten all’accordo tra i Miami Heat e Ultimate Software, che prevede l’impegno in beneficienza di un milione a testa da devolvere per la ricostruzione delle case devastate dall’uragano Irma.
Certo, si è ancora lontani dalle cifre che circolano nello sport europeo. Golden State si è assicurata l’importo più alto, con uno sponsor che nel vecchio continente dà il triplo al Barcellona, per quanto riguarda il calcio. Seguono a ruota i Cleveland Cavaliers e i Los Angeles Lakers, questi ultimi sempre particolarmente rilevanti dal punto di vista mediatico, nonostante i risultati delle ultime stagioni non siano all’altezza della tradizione. Entrambe prenderanno 12 milioni di dollari annui, rispettivamente da Goodyear e Wish, uniche insieme a Golden State a superare la soglia dei dieci milioni di ricavi da “uniform sponsor”.
Una cifra che potrebbe essere raggiunta dagli Atlanta Hawks, pur avendo siglato con Sharecare un accordo sulla base di 2,5 milioni di dollari. Stesso importo versato dalla casa motoristica Harley Davidson per apporre il proprio logo sulle divise di Milwaukee Bucks. Anche in questo caso, si tratta della base di partenza: i risultati stagionali possono portare nelle casse della franchigia del Winsconsin fino a sei milioni di dollari. Per squadre storiche come Boston e New York, il primo sponsor di maglia dalla loro fondazione porterà rispettivamente sette e cinque milioni per la stagione in corso: i Celtics nelle loro divise avranno il logo di General Electrics, mentre i Knicks hanno raggiunto un accordo con Squarespace.
Franchigie di rilievo come Chicago Bulls e San Antonio Spurs non hanno ancora uno sponsor, ma sembra ormai essere una mera questione di tempo. Almeno, ne è certa l’agenzia Wasserman, che oltre a curare gli interessi di diversi giocatori si è messa a disposizione di 15 team per trovare un patrocinatore. La stima del giro d’affari complessivo legato alle sponsorizzazioni è di 9,3 milioni di dollari per ognuna delle franchigie, con la possibilità di alzare l’asticella considerata l’assenza anche di altre realtà con un bacino d’utenza ampio, come Houston e Los Angeles, sponda Clippers. Tutte a caccia di un accordo che possa andare ben oltre la media degli attuali contratti, puntando a cifre che possano pareggiare le cifre ottenute da Cavaliers e Lakers.
In attesa delle tredici patch mancanti, per tutte le franchigie la novità è rappresentata da Nike. Un miliardo di dollari in otto anni, contro i 400 milioni in undici anni versati da Adidas nel precedente accordo, un importo più che triplicato che influisce direttamente nei BRI (basketball related income) ovvero la base di partenza per determinare il salary cap annuo. Circa 90 milioni in più a stagione per far produrre le proprie divise dall’azienda dell’Oregon e mettere sulle canottiere il logo del “baffo” fino al 2025, mentre in precedenza il simbolo della casa d’abbigliamento sportivo tedesca non appariva sulle divise da gioco. Il logo Nike sarà presente in tutte le maglie ad eccezione di una: quella degli Charlotte Hornets, unica squadra professionistica negli Usa ad avere sul proprio completo il brand Jordan. Nulla di strano, dato che lo stesso Michael Jordan è proprietario degli Hornets e il suo marchio è patrocinato proprio da Nike, che in precedenza ha siglato accordi di partnership con alcune università per le loro squadre di basket.