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 2017  ottobre 30 Lunedì calendario

Se il bon ton al femminile scarseggia ecco le regole d’oro per rimediare

È noto che i gentiluomini non esistono più da un pezzo, ma anche le signore cominciano a scarseggiare. Se ne è perso il modello, e alle ragazzine che cercano punti di riferimento ai quali ispirarsi non fa certo bene vedere in tv le sedicenti signore contemporanee che affollano i talk show vestite in modo sguaiato mentre urlano frasi volgari.
Il rischio che questo diventi il comportamento di riferimento per le prossime generazioni è così alto che due autrici, Laura Pranzetti Lombardini, esperta di buone maniere, e Silvia Zavattini, autrice tv e nipote dello sceneggiatore e scrittore Cesare, hanno scritto per l’editore Gribaudo il libro «Ritratto di signora»: la situazione è grave, e bisogna cercare di porvi rimedio.

Ecco dunque come dovrebbe essere una signora. Una vera signora mette al primo posto delle sue priorità la gentilezza. Sorride ogni volta che può, ringrazia e saluta sempre le persone, anche se sono camerieri o fattorini. Deve essere elegante, ma non pensare che l’eleganza si possa comprare. L’eleganza ha più a che fare con il comportamento, con il modo di muoversi, di stare sedute, di parlare, di salire e scendere dall’auto (sempre a gambe unite!), di ospitare e di essere ospitate, di saper fronteggiare con stile ogni situazione.
Il libro si apre con una citazione di Judy Garland, l’attrice del Mago di Oz: «Sii la versione originale di te stesso, non la brutta copia di qualcun altro», un’esortazione che dovrebbe ispirare ogni donna, e in modo particolare ogni signora. Imitare le celebrità porta spesso a risultati opposti a quelli che si sperava di raggiungere, con conseguenze a volte ridicole. Gli occhiali da sole, ad esempio: una signora non li porta mai al buio e dovrebbe toglierli sempre mentre parla con qualcuno. Non dovrebbe mai mostrare la biancheria, che si chiama intima proprio perché non deve essere esibita, né indossare reggiseno che promettano più di quanto possono mantenere. Anche se ha bellissime gambe, non dovrebbe portare minigonne dopo i 50 anni, perché le ginocchia non stanno al gioco e tradiscono sempre. Ma su questo punto probabilmente non c’è niente da fare: le gonne si accorciano e si allungano per ragioni imperscrutabili e l’etologo Desmond Morris ha dimostrato scientificamente che sono più corte durante le fasi di espansione economica e più lunghe nei periodi di crisi.
Ma è nelle relazioni sociali che c’è il maggior lavoro da fare. Una vera signora non alza mai la voce, fa telefonate brevi e a voce bassa, non si lascia andare a gridolini o bamboleggiamenti. Evita i luoghi comuni, non dice mai che Parigi è sempre Parigi, o che le stagioni non sono più come una volta. Non utilizza espressioni abusate come «certo che sì», «voglio morire» o l’orribile «ti adoooro». Dovrebbe invece ripristinare l’uso di espressioni ormai dimenticate, come «per favore», «grazie», «scusa», «hai ragione». Una signora non fa domande, se non è interessata alla risposta, perché gli altri se ne accorgono. Se le chiedono come sta, risponde solo «bene, grazie» e non affligge il prossimo con la lunga descrizione dei suoi malanni, tanto non interessano a nessuno. Non racconta mai ad altri un pettegolezzo che ha sentito e dovrebbe pensare sempre che la volta dopo potrebbe diventare lei l’argomento di conversazione.
Una signora non guarda i messaggi sullo smartphone, mentre è a cena con un uomo che l’ha invitata; la sua suoneria è di tipo classico, non annuncia la chiamata con lo strillo del gabbiano o con la canzone preferita. Se una signora va a teatro, spegne il telefonino e anche se l’opera è noiosa non passa il tempo a mandare WhatsApp. Nei giorni precedenti lo spettacolo si prepara a comprenderlo e a discuterne. Saluta sempre i vicini di poltrona anche se non li conosce, e non applaude mai nel momento sbagliato: se non sa, piuttosto aspetta gli altri.
Nell’ambiente di lavoro una signora dovrebbe abbigliarsi con decoro: niente tacco 12, niente minigonne, scollature o gioielli preziosi che mettano in imbarazzo le colleghe. Soprattutto non dovrebbe sfinirle, parlando dei figli come se fossero dei geni, o descrivendo continuamente nei dettagli il proprio stato di salute. Non dovrebbe esagerare con il profumo, perché non è detto che agli altri piaccia. Non dovrebbe dire con franchezza quello che pensa, perché non sempre è un merito. Non dovrebbe infine mai rivelare la propria età: quando si incontra una donna che lo fa bisogna diffidarne, perché una signora che dice la sua età è capace di dire tutto.