La Stampa, 30 ottobre 2017
Bambini-schiavi in Brasile per produrre gli orsetti Haribo
I celebri orsetti gommosi della Haribo, all’insaputa dei bambini che da quasi un secolo impazziscono per loro, e forse della stessa casa multinazionale tedesca che li produce, sarebbero fabbricati con ingredienti ricavati in Brasile da braccianti trattati in condizioni vicine alla schiavitù. E, nella stessa Germania, anche da alcune fattorie che alleverebbero i maiali in condizioni atroci.
Ora la Haribo, che esporta in quantità massicce soprattutto negli Stati Uniti e in Giappone, fa sapere che indagherà. Le rivelazioni choc in Germania sono il frutto di un’indagine svolta dalla tv pubblica Ard nel programma d’inchiesta «Markencheck» (Controllo sui marchi).
Gli ingredienti base degli «Orsetti d’oro» (Goldbären) al sapore di frutta – di cui esistono anche altre varianti, dagli animali da fattoria ai dinosauri assortiti – annoverano zucchero, sciroppo di glucosio, amido, aromi di frutta, coloranti, acido citrico e gelatina. Ma sono ricoperti esternamente da un sottile strato di cera carnauba, che conferisce alle caramelle una superficie lucida e impedisce che si incollino l’una sull’altra nel pacchetto: un ingrediente accessorio, che viene prodotta dalle foglie di una palma. L’inchiesta di Ard ha scoperto che la carnauba sarebbe prodotta in Brasile, in alcuni degli Stati più poveri. Il materiale è il frutto del duro lavoro di persone, molte delle quali minorenni, pagate 10 euro al giorno, obbligate a dormire all’aperto o in camion, senza acqua potabile, senza gabinetti e che tagliano le foglie delle palme da terra con pericolosi falcetti legati a lunghi bastoni. Condizioni che un dirigente dello stesso ministero del Lavoro brasiliano, intervistato dalla tv pubblica tedesca, definisce «molto vicine alla schiavitù».