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 2017  ottobre 28 Sabato calendario

L’economia degli Usa festeggia un anno di Trump presidente

Va meglio del previsto. È la frase che viene ripetuta più spesso di questi tempi, quando si parla dell’economia a stelle e strisce. Vale per l’andamento del prodotto interno lordo, ma anche per Wall Street che continua a macinare record su record, a partire dal rialzo del 27% del Russell 2000, un indice poco noto ma molto significativo, perché segnala l’andamento delle piccole e medie imprese, il cuore profondo dell’America che produce, poco interessata alle alchimie fiscali delle big corporations. Ma le cose vanno bene sia per gli amici che per i nemici del presidente, i colossi dell’economia digitale, Amazon, Microsoft e Google che hanno appena rilasciato conti strepitosi. Anche in questo caso «va meglio del previsto», alla faccia delle Cassandre che scommettevano su un presidente in grave difficoltà. A differenza da quel che emerge dau numeri. 
1) A denti stretti gli economisti, in grande maggioranza scettici di fronte alle ricette di Donald Trump, hanno dovuto ammettere ieri che il presidente ha centrato l’obiettivo della crescita del Pil nel terzo trimestre: +3%, in linea con il 3,1% dei tre mesi precedenti. Una meta impossibile, hanno ripetuto per settimane gli esperti, che davano per scontato un incremento al massimo nell’ordine del 2,3-2,5%, soprattutto dopo i danni degli uragani. 
2) Va meglio del previsto anche sul fronte della riforma del fisco. La Camera dei rappresentanti ha appena approvato un testo base che prevede di far marciare il bilancio con 1.500 miliardi di dollari di risparmio per i prossimi dieci anni. Questi quattrini, secondo i disegni del presidente, serviranno ad alimentare la crescita attraverso le energie destinate alla Borsa. 
3) Nel corso del 2017, intanto, il mercato azionario Usa ha ritoccato il primato assoluto di Dow Jones, Standard &Poor’s e Nasdaq per ben 24 volte. Ma non è difficile prevedere nuovi record dopo la straordinaria performance annunciata ieri dai “nemici” del presidente. Alphabet, la holding che controlla Google, ha annunciato un aumento dei ricavi del 24% della pubblicità mobile. Ha fatto ancor meglio Amazon, che ha stracciato le previsioni grazie alle vendite eccezionali del Prime day. Molto meglio del previsto anche Microsoft, sostenuta dal boom dei servizi sul cloud ed Intel, il colosso dei chip. 
4) Di qui la corsa al record dei giganti della new economy. Alphabet, ha superato la soglia dei 700 miliardi di dollari di valore di Borsa, al secondo posto assoluto alle spalle di Apple, che vale poco più di 821 miliardi di dollari, nell’attesa dei risultati di vendita di iPhone X e davanti a Microsoft (607 miliardi). I veri fuochi di artificio, però sono quelli di Amazon che guadagna addirittura il 12% per una capitalizzazione di 530 miliardi circa. 
5) Almeno sul fronte dell’economia, insomma, Trump può partire alla volta dell’Asia senza grandi preoccupazioni. Al ritorno sceglierà il nuovo presidente della Fed, cui toccherà il compito di pilotare i tassi in un’economia che a detta di Trump deve accelerare almeno al 4% per consentire al motore Usa di esprimere tutta la sua potenza. Troppo, dicono gli esperti. Chissà, tra qualche mese dovranno forse confessare che «va meglio dl previsto».