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 2017  ottobre 28 Sabato calendario

Lo Stato non fa nulla per la vita, figurarsi se si occupa della morte

Io vorrei prendere da parte i parlamentari che fanno ancora melina sul biotestamento dopo tutti questi anni di vergognoso ritardo rispetto al restante mondo dei bipedi e portarli in una stanza isolata uno alla volta, guardarli nelle palle degli occhi e dir loro: «Ma come ti permetti, irresponsabile di un imbecille? Come ti permetti di imboscare per anni una legge che tocca ciò che ho di più caro al mondo, ossia la mia vita, la mia morte, il dolore delle persone a cui voglio bene? Voi pensate che il Parlamento non possa permettersi di legiferare solo sulla base degli umori popolari, e in generale è giusto, ritenete impensabile che certe scelte economiche e legislative siano asservite a dei sondaggi, ed è giusto anche questo: ma per i temi che riguardano le scelte personali, cioè la mia singola vita, voi avete il dovere capito? il dovere di recepire la volontà popolare, la realtà dei fatti, insomma di legiferare nel senso più democratico possibile. Ma che dobbiamo ancora fare, noi società civile adulta e informata di destra e di sinistra eccezion fatta per quattro baciapile che telefonano in Vaticano anche per allacciarsi le scarpe per colmare il vostro spaventoso ritardo culturale, per allinearvi agli usi e consuetudini di quella società che siamo noi? Di che accidente avete ancora bisogno, voi, per accorgervi che serve una legge per distinguere tra cura e accanimento terapeutico? Per distinguere tra eutanasia e testamento biologico? Tra consenso informato e suicidio assistito? Tra casino e civiltà? 
LA REGOLA ITALIANA 
Volete che vadano tutti in Svizzera a morire, determinando lo stesso classismo che c’era per l’aborto e la fecondazione assistita? Oppure volete lasciare che a metterci una pezza di volta in volta sia ancora e sempre la magistratura, chiamata ormai a decidere su tutto, compresa la differenza tra una buona morte e una buona tortura? “Si fa ma non si dice”, è questa la regola italiana, però ogni tanto qualcuno si rivolge ai giudici e così fioccano sentenze della Cassazione o delle Corti d’Appello o del Tar, interventi che però attenzione, non disciplinano davvero la materia: si limitano a codificare l’esistente, lo mettono nero su bianco, ed è proprio quello che l’ipocrisia della Chiesa e di una parte di voi, onorevoli pigiabottoni, non potete sopportare. Perché certe cose si possono fare, ma non dire, figurarsi scriverle. L’interventismo delle toghe, in sostanza, da una parte è inevitabile, dall’altra rischia di svegliare il can che dorme in Parlamento: ecco, il cane siete voi, sveglia. 
Mentre voi discutete di alti temi imprescindibili, nel Paese reale, in Italia, il decesso di centinaia di migliaia di italiani è accompagnato con frequenza impressionante da un intervento non dichiarato dei medici: e non lo dico io, lo dice un’indagine del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica di Milano; lo dicono studi e riviste come Lancet, sondaggi anonimi tra i medici, sempre più testimonianze raccolte anche da quei cretini di giornalisti che siamo noi. La nutrizione e l’idratazione obbligatorie non sono previste in nessun Paese del mondo, la comunità scientifica le considera dei trattamenti medici che non possono esserci imposti, come del resto la nostra Costituzione ordina; in Europa non troverete una sola forza politica di destra o di sinistra (Ppe compreso) disposta ad avallare un principio del genere, oltretutto impraticabile. Avete bisogno del casus belli? Ce l’avete già avuto: il caso di Eluana Englaro, che non c’è italiano che non abbia discusso e a suo modo sofferto, un caso che ecco un bel sondaggio fece perdere a Chiesa, Magistratura, Parlamento, Rai e Mediaset una media di sette punti di fiducia. 
3000 EMENDAMENTI 
Guardami nelle palle degli occhi, parlamentare imbelle, non badare a quel Paese minoritario e antilibertario ma rumoroso che vede eutanasia dappertutto: c’è in tutta Europa, è vero, ma da noi chi la evoca con toni apocalittici non fa che pescare nel torbido. L’eutanasia è il dare la morte a una persona lucida e malata che espressamente la chieda, mentre il testamento biologico, quello che voi parlamentari fingete di discutere da anni, è solo la dichiarazione dei trattamenti sanitari che vorremmo o non vorremmo ci fossero applicati nel giorno in cui, da malati, non fossimo più in grado di decidere. Ma voi siete lì, fate spallucce, tanti di voi assicurano che voteranno con una “libertà di coscienza” sempre sbandierata a parole: ma agli effetti, sinora, è mancata la libertà, la coscienza e ufficialmente il tempo. C’è stato l’ostruzionismo di 3000 maledetti emendamenti, ma la fiducia sulla legge elettorale ora ha accelerato tutto: serve solo che la legge, già passata alla Camera, sia calendarizzata al Senato. Ma voi avete deciso che prima dovete discutere e approvare altre cose, ci sono “altre priorità”, ovvio. Tipo, chessò, la pausa per le elezioni siciliane. Sai che ce ne fotte a noi delle elezioni siciliane, dei patti Renzi-Alfano, delle logiche di coalizione per le elezioni siciliane e nazionali. La legge è lì, già approvata alla Camera in aprile, sono 5 articoli semplici che permettono a un paziente di esprimere il consenso o il rifiuto di certe scelte terapeutiche o determinate cure, comprese la nutrizione e idratazione artificiali che costringono a diventare un vegetale per il resto dell’esistenza, che chiamarla vita è troppo. Tra i favorevoli dichiarati (ma quelli non dichiarati sono infinitamente di più) c’è gente di quasi tutti i partiti, mentre a far dichiarazioni contrarie c’è solo il caso umano di Paola Binetti: direi che ci siamo, e invece no, non ancora, si parla d’altro, sìma-però, chissà, non so, vedremo. E non capite, anche con questo, che il testamento biologico della politica l’avete già scritto, e che non solo per questo, ma anche per questo, alle prossime elezioni le urne rischiano di essere funerarie. Fate qualcosa di sinistra, fate qualcosa di destra, insomma fate qualcosa».