Il Sole 24 Ore, 29 ottobre 2017
L’India Corporation ora gioca a calcio. L’Indian Super League parte il 17 novembre
L’India calcistica fa sul serio. Le potenzialità del “gigante addormentato” del football mondiale, come lo definiva l’ex presidente della Fifa Joseph Blatter, sono clamorose. Emolte chance di successo sono legate alla crescita dell’Indian Super League (Isl), la lega calcistica promossa nel 2014 dalla joint-venture tra Img e Reliancee.
Img (International Management Group), tra i big nel settore dell’intermediazione dei diritti sportivi, e Reliance nel 2010 hanno siglato con la Federazione indiana un contratto di 15 anni da 155 milioni di dollari per promuovere il calcio nel paese. Il Gruppo Reliance, fondato da Dhirubhai Ambani (scomparso a 70 anni nel 2002) e oggi guidato dal figlio Anil Dhirubhai Ambani, è un colosso indiano da oltre 60 miliardi di dollari di fatturaro annuo che offre servizi a 250 milioni di persone in diversi settori: telecomunicazioni, energia, salute, media e intrattenimento. Dal canto suo, Star India, uno dei principali network televisivi del Paese si è assicurata per 10 anni i diritti commerciali e televisivi dell’Isl grazie a un esborso di 325 milioni di dollari. A settembre 2017 Brit Asia TV ha invece acquisito i diritti per la trasmissione Oltremanica delle 95 partite che si giocheranno nell’arco di cinque mesi a partire dal 17 novembre. Tra i broacaster internazionali figurano anche: Fox (trasmette in Australia e Africa Subsahariana), Abu Dhabi Media Company (Medio Oriente e Nord Africa), Turner (Brasile), MTEL (Bulgaria), Saran (Turchia), Perform e Dazn (Germania, Austria e Svizzera). Mentre i due “associate sponsor” dell’Isl sono Maruti Suzuki e la Dhl.
Tra gli azionisti delle franchigie dell’Isl figurano gruppi industriali, celebrità del cricket e attori di Bollywood per aumentare la visibilità del torneo. L’Atletico de Kolkata, ad esempio, è stato fondato dal consorzio Kolkata Games and Sports, di cui fanno parte Sourav Ganguly, ex giocatore di cricket, i businessman Harshavardhan Neotia (chairman di Ambuja Neotia che opera nei settori del real estate, hospitality ed healthcare), Sanjiv Goenka (chairman del Gruppo RP-Sanjiv Goenka, un conglomerato da 2,7 miliardi di fatturato annuo grazie ai supermarket Spencer) e Utsav Parekh. L’Atletico Madrid ha una partnership con la squadra a cui ha concesso l’uso dei colori sociali. La franchigia dei Delhi Dynamos è della Den Networks Limited, il maggiore network tv indiano. Il club ha una partnership con il Feyenoord. I Chennaiyin sono guidati da una cordata composta dall’imprenditore Vita Dani e dall’attore Amhishek Bachchan. C’è un po’ d’Italia nei Pune City controllati dall’attore Hrithik Roshan e dal Wadhawan Group, conglomerato della famiglia Wadhawan con interessi in diversi mercati dal Food al Lifestyle Retailing. La Fiorentina possiede a 15% della società e ha supportato il team soprattutto sul fronte della formazione. Il Goa appartiene a Venugopal Dhoot imprenditore con un patrimonio di 1,2 miliardi di dollari, fondatore di Videocon, corporation di Mumbai.
Anche senza le star dell’esordio come Del Piero e Trezeguet, l’Isl è molto ambita. Per il 2017/2018 le domande di affiliazione arrivate dall’Ozone e dal Gokulam sono state respinte. Per la quarta edizione alle otto franchigie con base a Chennai, Delhi, Goa, Guwahati, Kochi, Kolkata, Mumbai, Pune, si sono aggiunte due squadre. Tata Steel, compagnia da 18 miliardi di dollari di fatturato si è legata alla franchigia di Jamshedpur, mentre JSW Group ( Jindal South West, corporate dal valore di 9 miliardi di dollari) alla squadra di Bengaluru. Proprio il Bengaluru ha vinto nel 2014 e nel 2016 la I-League, campionato regolamentato dall’All-India Football Federation, nato nel 2007/08 e diventato ora una sorta di lega minore. Vi partecipano però squadre che possono contare su più di 10mila tifosi a partita. Il derby di Calcutta nel 2016 ha avuto 60mila spettatori. Per favorire la crescita del movimento interno, quest’anno le franchigie della Isl possono avere in rosa massimo sette stranieri. In devono andare almeno sei indiani. In estate si svolge il “draft”, con le franchigie che devono scegliere i giocatori (in totale quest’anno hanno speso 17,3 milioni di euro per acquisire 77 giocatori stranieri e di 166 locali).