Il Sole 24 Ore, 29 ottobre 2017
Autostrade del mare a guida autonoma. È pronta a partire la prima nave cargo tutta elettrica e senza umani
Non solo droni. Amazon ha lanciato il primo segnale, spingendosi a testare la consegna dei pacchi con velivoli senza pilota. Ma è solo la punta dell’iceberg nella storia dell’applicazione a tappeto dei veicoli autonomi nella logistica, un settore dove la robotica e l’intelligenza artificiale sono già entrate in maniera massiccia. Anche se non esistono ancora – ma stanno arrivando (si veda l’articolo in pagina, ndr) – camion autonomi che trasportano tonnellate di merci su strada, le attività nei magazzini sono già dominate da carrelli elevatori autonomi e da bracci robotizzati, che caricano, scaricano e trasportano merci dall’uno all’altro. Sono compiti che richiedono sensori avanzati, tecnologie di riconoscimento ottico e di geolocalizzazione. Veicoli autonomi ormai scorrazzano negli aeroporti, nei porti, nei cantieri.
E ora è in arrivo anche il primo caso di un veicolo autonomo fuori da questi contesti, in mare aperto. Si tratta di un cargo da 3200 tonnellate di stazza lorda, lungo 80 metri, che coprirà dall’anno prossimo una rotta di 37 miglia fra tre porti della frastagliata costa meridionale norvegese, rimpiazzando 40mila tragitti l’anno via Tir in un’area densamente popolata, non lontana da Oslo.
Il mercantile, chiamato Birkeland in onore del fisico norvegese Kristian, sarà completamente elettrico e non avrà bisogno di equipaggio, né per navigare, né per le operazioni di carico e scarico, grazie a un complesso sistema basato su sensoristica avanzata e Gps, che ne consentirà il controllo da remoto. La nave portacontainer super-tecnologica, che servirà a trasportare verso porti più grandi i fertilizzanti prodotti dalla società norvegese Yara in uno stabilimento piazzato in fondo a un fiordo, costerà 25 milioni di dollari, quasi il triplo rispetto a un cargo normale. Ma Yara, che ha finanziato il progetto, è convinta di rientrare in tempi brevi, grazie ai costi operativi ridotti del 90%. Nei primi mesi di navigazione la nave sarà gestita da un equipaggio e solo nel 2019, dopo un periodo di prova, verrà telecomandata dalla costa. Da qui in poi, evidentemente, i costi si abbasseranno.
Il progetto, che coinvolge sul piano tecnologico anche un’altra grande società norvegese, la Kongsberg, specializzata nelle tecnologie marittime e nell’aerospazio, avrà importanti ricadute sul piano della sostenibilità, data la scelta di un motore elettrico a batteria, un’eccezione in un settore molto inquinante come quello dei trasporti marittimi, responsabili di un volume di emissioni a effetto serra equivalente a quello del Canada. «Con questo nuovo cargo a guida autonoma con motore elettrico a batteria, spostiamo il trasporto merci dalla strada al mare, riducendo così l’inquinamento da polveri sottili e da rumore, migliorando la sicurezza delle strade locali e tagliando le emissioni di ossidi di azoto e di CO2», ha spiegato Svein Tore Holsether, numero uno di Yara, alla presentazione.
Proprio per la portata limitata della batteria e per il suo alto costo, sarà difficile che navi elettriche come questa si affermino sulle rotte che muovono milioni di container da una sponda all’altra degli oceani, ma potrebbero invece rivoluzionare il trasporto marittimo costiero, che pure ha un suo peso. Un Paese come l’Italia, con migliaia di chilometri di coste, potrebbe puntare ad esempio su navi a bassissimo impatto ambientale come queste per resuscitare il famoso progetto delle autostrade del mare e sgombrare le autostrade intasate dai Tir.
Non a caso è proprio la Norvegia, con le sue coste frastagliate e difficili da percorrere, a sperimentare per prima questa soluzione, ma già prima di Kongsberg, altre società attive nelle tecnologie marittime hanno ipotizzato l’utilizzo di navi mercantili a guida autonoma, possibilmente con motori elettrici a basso impatto ambientale. L’anno scorso Rolls Royce ha presentato all’Autonomous Ship Technology Symposium il disegno di un mercantile futuristico completamente robotizzato, dalla sagoma affusolata e il ponte foderato da un guscio tondeggiante, capace di scivolare silenziosamente sugli oceani grazie a un motore ibrido, obbedendo ai comandi dalla costa ma anche alla propria intelligenza artificiale, aiutata da una serie di tecnologie sonar, lidar, radar e Gps. Trasporteremo così le merci nel futuro? A giudicare dagli sviluppi, non sembra un futuro molto lontano.