Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  ottobre 29 Domenica calendario

Hackerato Appleby, il service fiscale dei colossi della finanza

Altro che Panama Papers. È un terremoto quello che potrebbe scatenarsi nelle prossime ore nel mondo della finanza internazionale. Mercoledì scorso la Appleby, una delle più grandi società di consulenza dei centri offshore nel settore bancario e dei servizi finanziari, dei fondi d’investimento, dell’energia e delle assicurazioni ha rivelato che i suoi sistemi informatici sono stati violati. L’hackeraggio, o il furto di dati, non è avvenuto nei giorni scorsi ma un anno fa e a spingere la società a rendere pubblico solo ora l’episodio sono state le ripetute domande di chiarimento ricevute dalle testate aderenti al Consorzio internazionale giornalisti investigativi (Icij), il network che nel 2016 fece esplodere il caso dei Panama Papers. I giornalisti dell’Icij, ha affermato la Appleby, starebbero lavorando su documenti interni della law firm e su informazioni relative ai suoi clienti. Non si conosce, per il momento, la quantità di file che sarebbero stati prelevati dai database dell’Appleby né quali server siano stati violati.
Quello che si può dire fin da ora, invece, è che il furto di dati può avere effetti dirompenti, ben più di quanto accaduto con i Panama Papers. Appleby, infatti, non è paragonabile alla law firm panamense Mossack Fonseca. I suoi clienti si chiamano Credit Suisse, Hsbc, Blackstone, Barclays, Royal Dutch Shell, Standard Chartered. Appleby presta i suoi servizi di consulenza a decine di società dell’indice Ftse 100 e della classifica Fortune 500. Si tratta delle più grandi realtà industriali e finanziarie del mondo. Sono stati prelevati anche dati relativi a operazioni di queste società? È presto per dirlo, ma può essere escluso.
Il rischio sta nelle dimensioni della Appleby. La società è uno dei maggiori fornitori di servizi legali, fiduciari, di trust e di entità offshore. Una parte rilevante del suo business è rappresentato dalle consulenze legali in otto settori strategici: banche e servizi finanziari; giochi online; energia e risorse naturali; fondi e servizi d’investimento; assicurazioni e riassicurazioni; private equity; scienza e tecnologia; trasporti e logistica.
La società è stata advisor del gruppo minerario australiano Fortescue Metals Group per il rifinanziamento di un prestito di 4,5 miliardi di dollari concesso da Credit Suisse. Ha affiancato la Standard Chartered Bank per il trasferimento di un portafoglio di 7,5 miliardi alla sua branch nell’isola di Jersey. Ha assistito il Credit Suisse nella privatizzazione da 3 miliardi del gigante cinese delle scommesse online Giant Interactive Group. E la lista include consulenze a Hsbc Bank Plc, Bank of America, Alliance Group, Oversea Chinese Banking Corporation, Lloyds, JP Morgan, Goldman Sachs. Nel settore dell’energia, la Appleby ha assistito, tra gli altri, la spagnola Cepsa, la Total E&P Dolphin Upstream e la China Oil and Gas Group. Nel private equity ha avuto un ruolo in un’operazione da 2,5 miliardi di sterline del Blackstone Group e ha affiancato Cvc Capital partners in altre operazioni. Altro che Mossack Fonseca.
Il gruppo possiede una rete di uffici nei più importanti paradisi fiscali. La sede principale è nelle Bermuda, con filiali nelle Isole Vergini Britanniche, alle Cayman, a Guernsey, nell’Isola di Man, a Jersey, alle Mauritius e alle Seychelles. Sedi importanti sono anche quelle di Londra, Hong Kong, Shanghai e Zurigo. L’onda d’urto potrebbe raggiungere uno qualsiasi degli importanti centri offshore nei quali Appleby ha svolto le sue attività.
Le Bermuda, ad esempio, sono il principale mercato mondiale nel settore della riassicurazione captive e uno dei primi tre centri internazionali nella riassicurazione, con una dimensione di 163 miliardi di dollari di premi lordi. Nelle Isole Vergini Britanniche, sono registrate 800mila società offshore. Le Cayman sono uno dei più importanti centri finanziari mondiali e la seconda piazza mondiale nelle assicurazioni captive. Anche Guernsey è diventato il primo domicilio captive in Europa e il quarto nel mondo, e vi sono registrate 45 banche con depositi per 120 miliardi di sterline. A Jersey sono registrati 46 istituti bancari con depositi di oltre 195 miliardi di sterline mentre l’Isola di Man ha depositi per 53 miliardi di sterline. Appleby rischia di trasformare questi paradisi in un inferno.