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 2017  ottobre 29 Domenica calendario

A che punto è la ripresa economica?

Debito in calo e sostenibile pure per la Bce
Per il terzo anno consecutivo il deficit italiano è sceso. Quest’anno si fermerà al 2,1% del Pil. Standard&Poor’s riconosce che questo trend permetterà di mettere l’elevato debito pubblico su un sentiero di discesa. Secondo la nota di aggiornamento del Def, alla fine dell’anno l’indebitamento scenderà dal 132% del Pil di un anno fa al 131,6%. Le stime del governo dicono che alla fine dello scenario programmatico, nel 2020, il debito scenderà al 123,9% del Pil. L’uscita morbida decisa dalla Bce dal Quantitative easing è una buona notizia per l’Italia, perché non prevede shock e non farà deviare da questo sentiero.

Banche fuori dal guado sulle sofferenze
Sul tavolo dei salvataggi bancari il governo ha messo 20 miliardi. A giugno sono stati spesi 4,8 miliardi per liquidare le banche venete, la Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Subito dopo c’è stata l’operazione sul Monte dei Paschi di Siena che ha comportato un intervento da 5,4 miliardi. La crisi del settore è quasi del tutto chiusa. Come in via di risoluzione sembra essere la questione degli Npl, le sofferenze che gravano sui bilanci degli istituti di credito. Entro fine anno, ricorda Standard&Poor’s, saranno ridotti a 65 miliardi. Questo già sta permettendo alle banche di sostenere la ripresa con maggiore credito.

Spinta ai consumi dalle misure per Pa e pensioni
Sui consumi, ricordano gli analisti di Standard&Poor’s, la ripresa dell’inflazione è stata più accentuata e si è fatta sentire. Probabile, insomma, che gli acquisti possano rallentare. Questo effetto però, secondo l’agenzia di rating, sarà controbilanciato da alcune misure del governo. La prima è l’aumento da 85 euro medi lordi mensili previsto per gli statali nel 2018 (riceveranno anche gli arretrati per 2016 e 2017), che potrebbe dare una spinta ai consumi. La seconda sono gli aiuti alle famiglie povere con il reddito di inclusione che può arrivare fino a 480 euro al mese. La terza l’accesso flessibile alle pensioni tramite l’Ape.

Riforme avanti sbloccata la Concorrenza
Dalla Pubblica amministrazione fino alla giustizia (con le misure per la riduzione dell’arretrato), il governo guidato da Paolo Gentiloni è andato avanti sull’attuazione delle riforme. Ma la principale promozione che è arrivata dagli analisti di Standard & Poor’s riguarda lo sblocco dell’iter del disegno di legge sulla Concorrenza. L’approvazione delle misure contenute nel provvedimento, secondo gli analisti dell’agenzia di rating, apriranno la strada della competizione in settori ancora bloccati, dalle farmacie agli studi legali. Queste misure potrebbero aumentare il potenziale economico italiano.

Quattro anni di crescita sopra le stime
L’economia italiana, ha ricordato la stessa agenzia di rating americana nel rapporto, sono quattro anni che cresce consecutivamente. Nell’anno in corso il passo sembra aver accelerato, battendo tutte le stime trimestre dopo trimestre. Secondo S&P, Roma crescerà dell’1,4% quest’anno. Secondo il governo farà meglio. Nell’aggiornamento del Def, il Pil è dato in salita dell’1,5% quest’anno e anche il prossimo. Secondo Standard&Poor’s, tuttavia, dal 2018 al 2020 la crescita rallenterà. I motivi sono l’incertezza politica, la bassa crescita dei salari e l’uscita dalle misure straordinarie varate dalla Bce.

Posti di lavoro in aumento grazie ai lavori a tempo
Il numero degli occupati ha superato il livello pre-crisi. Una buona notizia, certo. Ma da prendere ancora con le pinze. Standard&Poor’s ricorda che i dati più recenti mostrano come l’aumento dell’occupazione sia da ascrivere principalmente ai contratti a tempo determinato. Questo comporta una crescita più lenta dei salari che può rallentare la ripresa. Secondo le stime dell’agenzia di rating il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi all’11,3% quest’anno dall’11,7% del 2016, per poi scendere sotto la soglia del 10% soltanto nel 2020. Da valutare l’impatto della nuova decontribuzione.