il Fatto Quotidiano, 26 ottobre 2017
Battaglia sul caro estinto, carri funebri in corteo
Un carro funebre vuoto, si sa, porta male. Due carri funebri vuoti, portano male il doppio. Cinque carri funebri vuoti, magari tutti insieme, dovrebbero portare così male che non basterebbero ferro, corni, corna e scongiuri vari ad arginarne il potere iettatorio.
Ma queste, è ovvio, sono solo credenze, rigurgiti scaramantici, superstizioni popolari e distillati di Smorfia, che non hanno alcun valore della realtà. A meno che i carri funebri vuoti non siano venti, e non sfilino in corteo, perché in quel caso portano male eccome. E si sa anche a chi: alla Regione Abruzzo, alla Asl di Teramo e a un pugno di Comuni del Teramano, tutti accusati di non aver voluto applicare la legge, che prevede il conflitto di interessi tra l’affidamento della gestione di un obitorio pubblico e la gestione di un’agenzia di pompe funebri. Per essere più chiari: “In Abruzzo esistono strutture sanitarie e Comuni che hanno affidato la gestione delle camere mortuarie, o dei cimiteri, a operatori funebri che possono approfittare di questi affidamenti per incrementare il loro volume d’affari – spiega Paolo Di Berardino, dirigente della Federcofit Abruzzo – in pratica è come se si fossero messi sulla stessa barca un lupo, un agnello e un cavolfiore… non è difficile intuire come chi gestisce una camera mortuaria possa essere tentato dal suggerire, ai parenti dello scomparso, una certa impresa a discapito della concorrenza e, ovviamente, della libertà di scelta dei cittadini”.
E non è solo una questione di libertà di scelta, ovviamente, visto che in Italia si celebrano quasi 630 mila funerali l’anno, che a una media di 3 mila euro fanno quasi 2 miliardi. Un giro d’affari che pretende regole certe e rispettate, sia per arginare il fenomeno del lavoro nero, sia per la garanzia della sana concorrenza. E le regole esistono, solo che non le fanno rispettare, per questo un corteo di venti carri funebri ha attraversato ieri mattina mezza provincia di Teramo, manifestando pubblicamente anche sotto le finestre della Asl. “Abbiamo chiesto e ottenuto dalla Regione un parere vincolante, che chiarisca come anche chi gestisce il solo trasporto funebre sia incompatibile con la gestione di obitori e cimiteri – continua il rappresentante della Federazione del Comparto Funerario – ma non è cambiato nulla, anzi: sopravvivono situazioni di palese scorrettezza…”. Va detto, però, che se venti carri funebri sfilavano in corteo, quelli di altre 16 imprese teramane sono rimasti in garage, perché i titolari delle agenzie hanno sottoscritto un documento di non condivisione della protesta. “Non dobbiamo stare in guerra tra noi – commentano – questo settore ha bisogno di pace”. E non solo di quella eterna.