La Stampa, 26 ottobre 2017
Quote latte Italia condannata
Un nuovo capitolo si aggiunge alla lunga telenovela sulle quote latte che vede contrapposte l’Italia e la Commissione Europea. Con quest’ultima che segna un punto a suo favore dopo che ieri la Corte di Giustizia dell’Ue ha dato torto al nostro Paese: Roma dovrà recuperare dagli allevatori il versamento degli interessi sulle multe inflitte per l’eccessiva produzione tra il 1992 e il 2002, importo che era stato rateizzato.
Le decisioni contestate furono prese dal governo dell’epoca, di centrodestra, che aveva ingaggiato una battaglia con l’Europa sulla questione delle quote latte. «Ci troviamo oggi a gestire una pesante eredità del passato, figlia di scelte politiche precise – dice il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina –. Chi oggi in campagna elettorale parla di agricoltura dovrebbe rendersi conto dei disastri provocati quando aveva responsabilità di governo». Anche per questo oggi i deputati del M5S chiedono che sia «la Lega Nord a pagare per allevatori e cittadini».
Spetterà a Bruxelles fare il calcolo esatto delle somme da recuperare, ma la cifra dovrebbe aggirarsi attorno a diversi milioni di euro. Il problema riguarda gli interessi non riscossi dal 2003: se l’Italia non dovesse incassarli, rischia di essere a sua volta sanzionata dall’Ue. Diversa invece la vicenda delle quote mai incassate, pari a 1,35 miliardi, per le quali è in corso un altro contenzioso su cui dovrà esprimersi la Corte.
Nel 2011 il governo italiano aveva concesso una proroga semestrale ai produttori per il versamento delle rate. Decisione a cui Bruxelles si era opposta, considerandola «unilaterale e non giustificata». Per questo aveva chiesto a Roma di recuperare le somme dai produttori che avevano goduto della proroga, oltre agli interessi. L’Italia si era dunque rivolta al Tribunale dell’Ue, che nel 2015 le aveva dato parzialmente ragione. Ma ieri la decisione è stata completamente ribaltata dalla Corte di Giustizia.