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 2017  ottobre 26 Giovedì calendario

Musical, autobiografia e disco. Il non ritorno di Tina Turner

Una nuova biografia, un disco, anche un musical, forma ultima di celebrazione molto attuale, tanto che il prossimo giugno toccherà anche a Cher e, forse, a Amy Winehouse. La vita da pensionata di Tina Turner è più attiva che mai.
Presentato due giorni fa a Londra alla presenza della cantante, lo spettacolo teatrale si intitola Tina: The Musical e arriverà all’Aldwych Theatre di Londra in marzo con protagonista Adrienne Warren, già nominata a un Tony Award nel 2016, scelta e approvata dopo la partecipazione a un seminario.
La signora Bach
Non che Tina fosse particolarmente interessata a portare la propria vita su un palcoscenico: per convincerla i produttori Joop van den Ende e Tali Pelman sono dovuti volare in Svizzera, dove vive insieme al marito, il produttore Erwin Bach, sposato nel 2013 dopo quasi trenta anni di convivenza. «Fare la pensionata è bellissimo: ho molto tempo per dormire, arredare casa, fare tutte quelle cose che sognavo di fare quando lavoravo e che non avevo tempo di fare», ha dichiarato alla stampa presente a Londra. Alla regista Phyllida Lloyd – quella di Mamma Mia! e di The Iron Lady – in precedenza aveva detto: «Non ho bisogno di un altro spettacolo». L’ha convinta l’affetto della gente: «Ricevo lettere e cartoline, persone che mi scrivono dicendomi che gli dò forza: è un’eredità che sento di dover trasmettere».
La tempistica non potrebbe essere migliore: se c’è una donna che può essere di esempio contro gli abusi e le violenze da parte di uomini potenti, questa è lei. Nata Anna Mae Bullock a Nutbush, Tennessee, deve il successo a Ike Turner, l’uomo che la scopre, le insegna a perfezionare il canto, le sceglie il nome d’arte, la sposa e la fa diventare solista della sua band, i Kings of Rhythm. Sono gli anni 60 e 70, ma oltre ai Grammy vinti, ai tour e al successo sono gli anni degli abusi, delle botte che Ike, strafatto di cocaina, le dà prima di salire sul palco, degli spettacoli portati avanti nonostante la faccia gonfia e il gusto di sangue che le riempie la gola.
Lo lascia nel 1976, scappando con soli 36 centesimi in tasca, aiutata da una coppia di amici che le comprano il biglietto aereo per Los Angeles. Due anni dopo divorzia. A 45 anni, un’età alla quale per molti artisti inizia la discesa, Tina rinasce, letteralmente. Piena di debiti, suona nei bar, fa spettacoli a Las Vegas, registra album di scarso successo. Fino all’incontro, grazie a Olivia Newton-John, con il manager Roger Davies.
È a lui che si deve, nel 1984, Private Dancer, il disco di debutto su Capitol Records. La sua seconda vita. Negli Anni 80 Tina Turner diventa quello che è ancora oggi: una performer straordinaria e una regina rock, genere che le apre le porte a un pubblico più giovane. Private Dancer vince quattro Grammy Awards e il singolo What’s Love Got To Do With It diventa il suo più grande successo, seguito, nel 1985, da We Don’t Need Another Hero che fa parte della colonna sonora del film Mad Max con Mel Gibson e da altri singoli di strepitoso successo come Typical Male, I Don’t Wanna Fight e GoldenEye, scritta da Bono e The Edge e colonna sonora dell’omonimo James Bond con Pierce Brosnan.
I sacrifici e gli inizi difficili, gli abusi e i grandi successi, le botte e la serenità ottenuta grazie al buddismo: nel musical ci sarà tutto. Non solo: nel 2019 in tutto il mondo uscirà per HarperCollins una nuova biografia. Dopo I, Tina del 1986 (da cui fu tratto il film del 1993 con Angela Bassett), questa si intitola My Love Story e affronterà anche gli ultimi anni, il ritiro definitivo dalle scene deciso nel 2009, subito dopo il tour celebrativo per i 50 anni di carriera, la vita in Svizzera, il matrimonio con un uomo di 30 anni più giovane, la spiritualità e il buddismo, disciplina che pratica fin dagli anni 80 e grazie al quale è ancora possibile sentire la sua voce.
Il 10 novembre esce infatti Awakening, quarto album della collezione «Beyond», una serie di dischi di preghiere e canti buddisti e cristiani. Parte della musica è stata registrata agli Abbey Road Studio di Londra dall’orchestra filarmonica, mentre alla voce, oltre a Tina, figurano la suora buddista Ani Choying Drolma, la cantante indiana Sawani Shende e quella israeliana Mor Karbasi.