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 2017  ottobre 26 Giovedì calendario

«Sceneggiata» Lotito: la corona della Lazio gettata nel Tevere `

ROMA Quel signore con il gessato grigio che martedì mattina, davanti alla Sinagoga, annunciava con lo sguardo contrito «giocheremo con le foto di Anna Frank sulle maglie», è lo stesso che, solo una manciata di ore prima, descriveva l’omaggio della sua società alle vittime dell’Olocausto come una comparsata farsesca. Una «sceneggiata», l’ha chiamata Claudio Lotito lunedì sera, davanti a diversi passeggeri che, insieme a lui, volavano dall’aeroporto di Milano Linate a Roma. Ecco perché, quando la notizia rivelata dal Messaggero è diventata di dominio pubblico, alcuni giovani della Comunità ebraica sono andati a prendere la corona di fiori che il presidente della Lazio aveva lasciato sulle gradinate del Tempio Maggiore e l’hanno gettata nel Tevere. Un gesto facile da decifrare: «La sceneggiata finisce qui».
LE POLEMICHE
Di fatto, per tutta la giornata di ieri, al patron biancoceleste è toccato fronteggiare una bufera mediatica – nata domenica sera dopo la comparsa, sugli spalti dell’Olimpico, dell’immagine di Anna Frank in maglietta giallorossa – a cui, in teoria, la visita in Sinagoga avrebbe dovuto mettere riparo. E che invece, alla fine, ha ingrossato la tormenta delle polemiche, mettendo lo stesso Lotito sotto accusa, con diversi parlamentari ed esponenti politici che ne hanno chiesto le dimissioni.
L’AUDIO
«Il rabbino sta a New York. Er vice-rabbino ci sarà?», chiedeva il patron biancoceleste ai collaboratori alla vigilia della visita in Sinagoga. E ancora: «Non valgono un ca.... questi. Hai capito come stamo? Famo sta sceneggiata». Frasi, riportate ieri su queste colonne, che il presidente della Lazio ha prima smentito, con una dichiarazione all’agenzia Ansa, salvo poi smentire la smentita, quando sul sito del nostro giornale è stato pubblicato un audio in cui le parole sulla «sceneggiata» risultavano confermate integralmente.
LA REPLICA
A quel punto è intervenuto il capo della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, che si è detta «inorridita» davanti alle parole di «un rappresentante di una società di calcio che si esprime nel modo in cui abbiamo sentito». «Non voglio personalizzare», ha detto Dureghello, preoccupata dal fatto che venga messo in discussione «il sistema delle responsabilità e i modelli che abbiamo contribuito ad edificare negli ultimi 80 anni. Torniamo a 80 anni fa, leggiamo le cronache dei giornali e non troveremo cose molto diverse da quelle dei giorni nostri».
Alcuni giovani esponenti della Comunità ebraica si erano già mossi nelle prime ore della mattina. I fiori della Lazio gettati nel fiume, hanno spiegato ieri fonti della Comunità, sono stati «un gesto spontaneo di alcuni ragazzi della Comunità indignati per le parole offensive» di Lotito, anche se ovviamente non si tratta di una risposta «imputabile alla Comunità ebraica romana».
LE REAZIONI POLITICHE
Le parole sulla «sceneggiata» sollevano inevitabilmente reazioni anche dal mondo politico. La senatrice Manuela Repetti, del gruppo misto, sostiene che «se risultassero vere quelle frasi sconcertanti, Lotito dovrebbe dimettersi. Un comportamento del genere tenuto dal presidente di una squadra di calcio è inaccettabile». Attacca anche il dem Marco Palumbo, presidente della Commissione Trasparenza del Campidoglio: «Nonostante la smentita, l’audio pubblicato dal Messaggero conferma in pieno le vergognose frasi di Lotito, che in questa vicenda si dimostra bugiardo». Alla fine prende le distanze dal patron della Lazio anche Dario Ginefra, il parlamentare del Pd che per puro caso sedeva accanto a Lotito durante il volo Milano-Roma e che in un primo momento era stato citato come testimone dal presidente biancoceleste.
LA STAMPA ESTERA
Intanto la vicenda degli adesivi su Anna Frank incollati all’Olimpico viene ripresa da giornali e tv di tutto il mondo, dalla Cnn al Guardian; il quotidiano israeliano Haaretz descrive il calcio italiano come «brutalmente antisemita». In questo clima, mentre il capo della polizia Franco Gabrielli definisce la vicenda «vomitevole», il ministro dello Sport, Luca Lotti, ha scritto una lettera alla collega israeliana Miri Regev per assicurare «tutto l’impegno possibile affinché nessun rigurgito antisemita macchi ancora lo sport italiano».