Corriere della Sera, 25 ottobre 2017
Pensioni, età del ritiro a 67 anni dal 2019
ROMA Si vive più a lungo e quindi si andrà in pensione più tardi, secondo quanto prevede la legge. Ieri l’Istat ha certificato che nel 2015 la speranza di vita a 65 anni è aumentata di 5 mesi rispetto al 2013. Sulla base delle norme introdotte dal governo Berlusconi e poi corrette dall’esecutivo Monti, significa che quando ci sarà il prossimo aumento automatico delle età pensionabili alla speranza di vita, cioè dal primo gennaio 2019, queste dovranno salire di 5 mesi. L’età per la pensione di vecchiaia, che oggi è di 66 anni e 7 mesi, arriverà quindi a 67 anni mentre gli anni di contributi necessari per la pensione anticipata, che oggi sono 42 e 10 mesi, saliranno a 43 anni e 3 mesi.
La legge prevede che, dopo la rilevazione Istat, il governo disponga l’adeguamento almeno un anno prima che esso entri in vigore, cioè entro il prossimo 31 dicembre. Di fronte all’opposizione del sindacato e di uno schieramento trasversale in Parlamento, il governo finora ha resistito, dicendo che verrà applicata la legge, perché altrimenti aumenterebbe di molto la spesa.
Invece, per la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, bisogna «fermare la follia di questo automatismo perverso». «Il meccanismo va rivisto: chiediamo al governo di rimandare la decisione al giugno 2018», dice il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd). «Gradualità» chiede anche Maurizio Sacconi (Epi), che presiede la stessa commissione al Senato. Il Movimento 5 Stelle parla di «mostruosità» e incalza il Parlamento affinché discuta «al più presto» la risoluzione con la quale i grillini propongono il blocco dell’adeguamento. Un invito a riconsiderare il meccanismo di aumento viene anche dal sindacato dei medici Cimo-Cida, che osserva come i dati sulla mortalità dell’Istat mostrino un’Italia a due velocità, con forti squilibri, dove le donne del Trentino sono le più longeve (86,1 anni) vivendo 2,7 anni in media in più di quelle meno longeve, in Campania.
Sempre ieri, la Corte costituzionale ha ascoltato le parti nel giudizio sul cosiddetto bonus Poletti, la parziale restituzione della mancata perequazione disposta dal governo Monti e bocciata dalla Consulta nel 2015. L’avvocato dell’Inps ha ammonito sui rischi di una bocciatura anche del bonus Poletti: la spesa aggiuntiva potrebbe toccare i 30 miliardi, mettendo a rischio i conti già minati in passato. E qui l’avvocato ha ricordato le baby pensioni, costate ben 150 miliardi fino al 2012. Oggi la decisione.
Co.co.co, 37 anni Stipendio fermo? Rendita a 450 euro
L’ ultima manovra previdenziale gli offre la possibilità di anticipare il pensionamento prima dell’età della vecchiaia, che nel suo caso avverrebbe oltre i 70 anni. Lui, co.co.co. di 31 anni (classe 1980), potrebbe ottenere la pensione di anzianità, in teoria, a partire da 63 anni (requisito soggetto all’adeguamento alle «speranze di vita») in presenza di un minimo di 20 anni di contributi. Ciò sempre che riesca a migliorare la sua posizione lavorativa: per accedere alla pensione prima dei 70 anni, il primo assegno non dovrà risultare inferiore a 2,8 volte la pensione sociale (1.256 euro di oggi). Avrà certamente la pensione calcolata al 100% con il «contributivo». È ovvio che partendo dai 1.000 euro mensili che guadagna adesso, l’assegno Inps sarà molto modesto. Potrà percepire, a 67 anni (o poco più) una rendita grosso modo pari a 450 euro.
Impiegato, 30 anni Dovrà aspettare i 70 (e 45 di contributi)
I l signor Bianchi, impiegato, ha 30 anni di età e, dopo brevi periodi da «precario», lavora stabilmente da 5 anni. Per la pensione anticipata il Bianchi dovrà aspettare di compiere i 70 anni, dopo aver accumulato un’anzianità Inps pari a circa 45 anni. La sua busta paga registra un netto di 1.200 euro mensili. Supponendo un incremento reale dello stipendio dell’1,5% (e un’inflazione del 2%) e una crescita del Pil sempre dell’1,5%, potrà lasciare l’ufficio con una rendita pari a poco più di 19 mila euro, 1.400 euro mensili. Anche ipotizzando una crescita del Pil inferiore, pari all’1%, l’assegno mensile dell’Inps, che scenderebbe a mille e 300 euro, si attesterebbe comunque all’80% circa dell’ultima busta paga. L’esempio dimostra che il criterio «contributivo» non è sempre penalizzante e premia decisamente le carriere lunghe.
Dirigente, 60 anni A riposo nel 2020 con oltre 3 mila euro
L’ ingegner Russo, dirigente industriale, ha 60 anni di età e lavora da 35 anni. Avendo riscattato la laurea (ingegneria, 5 anni), oggi può contare su una anzianità complessiva di ben 40 anni. Il suo stipendio annuo lordo è di 90 mila euro, corrispondente a poco più di 4 mila euro netti al mese. La data del suo pensionamento è prevista nel 2020, all’età di 63 anni, dopo aver accumulato 43 anni e 4 mesi di contribuzione. La sua rendita sarà calcolata con il cosiddetto sistema «misto»: retributivo per l’anzianità acquisita sino al 31 dicembre 2011 (avendo più di 18 anni al 31 dicembre 1995) e «contributivo» per l’anzianità acquisita dal primo gennaio 2012 in poi. Con un incremento reale dello stipendio e del Pil dell’1,5% il nostro dirigente potrà ritirarsi con una pensione molto vicina all’80% dell’ultimo stipendio.
Insegnante, 41 anni Traguardo a 60 anni con il riscatto
Letizia, insegnante di scuola media, lavora da 15 anni. E ha riscattato i 4 anni di laurea che ha appena finito di pagare a rate. La nostra insegnante è nata ad aprile del 1975, per cui potrà lasciare la cattedra a settembre del 2044, ottenendo la pensione di vecchiaia all’età di 69 anni e 3 mesi. Ma grazie anche al riscatto dell’università potrà avere la pensione anticipata qualche anno prima, a settembre 2040, al compimento del 65° anno di età, dopo aver accumulato 44 anni e 5 mesi di servizio. Con la soppressione della cosiddetta penalizzazione, che riduceva l’assegno Inps se percepito prima dei 62 anni di età, Letizia incasserà la pensione «piena». Ipotizzando un incremento reale del reddito e del Pil dell’1,5% (e un’inflazione del 2%), potrà ottenere una rendita di circa 14.500 euro, grosso modo 1.115 euro mensili.
Domenico Comegna