Il Messaggero, 24 ottobre 2017
Corea, Trump allerta i bombardieri nucleari
NEW YORK Negli anni della Guerra Fredda ce n’erano quasi 800, oggi ne sono rimasti poco meno di 100, ma il loro valore simbolico non è diminuito. I B52 sono gli aerei della morte, giganti del cielo, con otto motori, con un’autonomia di volo di oltre 14 mila chilometri, in grado di portare in pancia 32 mila chili di bombe e sotto le ali fino a 20 missili cruise. Sono ancora in servizio, ma dal 1991, dalla caduta dell’Unione Sovietica, sono stati parcheggiati un po’ fuori mano e usati solo per bombardamenti convenzionali.
Una situazione che sta per cambiare: l’Amministrazione Trump vuole che i bombardieri tornino alla condizione ready alert. Devono cioè essere pronti a volare 24 ore al giorno, sette giorni a settimana, la pancia piena di bombe. Nelle due basi del North Dakota e della Louisiana che hanno le piste rinforzate e lunghe abbastanza per questo mostro dei cieli, si stanno già restaurando i dormitori a poche decine di metri dagli aerei stessi, dove i piloti passeranno le loro giornate e le loro notti.
RITORNO AL PASSATO
I B52 sono stati inventati nei primi anni Cinquanta per portare armi nucleari e dimostrare all’Unione Sovietica che gli Usa sarebbero stati in grado di rispondere prontamente e con precisione chirurgica in caso di attacco nucleare. Per alcuni anni difatti gli aerei rimasero in volo perenne intorno agli Usa e mandati in escursione fino ai confini dell’Urss, a solo scopo dimostrativo e deterrente.
La notizia del ritorno dei B52 è comparsa sulla stampa militare e ripresa dai media civili. Da quando è entrato in servizio, nel 1955, il bombardiere ha solo una volta sganciato una bomba nucleare, nel 1956, nel test sopra l’atollo Bikini. Dopodiché è stato usato in guerra, dal Vietnam, ai Balcani, dall’Afghanistan all’Iraq, ma solo per sganciare bombe tradizionali. Il generale David Goldfein, primo consigliere dell’aeronautica militare e membro degli Stati Maggiori, ha spiegato che nulla è stato deciso e nessuna missione è stata identificata, ma che «in un mondo in cui qualcuno parla apertamente di usare le armi nucleari, questo è un ulteriore passo per assicurarci che saremo pronti». Ovvio che Goldfein si riferiva alle ripetute minacce del dittatore nord coreano Kim Jong-un.
Non è un caso hanno notato gli esperti militari che proprio mentre dà ordine di spolverare i B52, Donald Trump ha anche dato ai suoi generali il via libera per il richiamo forzato in servizio di un minimo di 1000 e un massimo di 1500 piloti in pensione. È opinione degli esperti che i B52 saranno caricati con armi nucleari di nuova generazione, a potenza variabile e di altissima precisione. Queste bombe sono concepite per colpire target a raggio limitato, non per creare larghissima e totale distruzione. Esse vengono considerate utilissime dai militari che vogliono sfruttare la potenza nucleare ed evitare un largo massacro di civili.
LA MADRE DI TUTTE LE BOMBE
Donald Trump ha dimostrato finora di non aver paura di ricorrere alla forza. L’uso della madre di tutte le bombe in Afghanistan, lo scorso aprile, è stato un biglietto da visita senza chiaroscuri. Il presidente ha anche espresso entusiasmo per un’altra arma che riscuote plauso e perplessità allo stesso tempo, il cosiddetto supercannone. L’arma in questione è però concepita in funzione difensiva, un nuovo elemento nel cosiddetto scudo anti balistico.
Il supercannone è in grado di lanciare gli Hvp, hypervelocity projectiles, che viaggiano a sette volte la velocità del suono e possono colpire un missile balistico in 72 secondi a una distanza di 170 chilometri. Ogni cannone ne può lanciare fino a 20 in un minuto: un fuoco di sbarramento che potrebbe fermare ogni tentativo nord coreano nell’area del Pacifico.