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 2017  ottobre 24 Martedì calendario

Baschi e non solo. Altre autonomie iniziano a preoccuparsi

IL “155” come spauracchio a tutto campo. Da agitare a scopo dissuasorio contro chi si faccia prendere da strane tentazioni di emulare l’esempio catalano. Il Senato di Madrid non ha ancora varato la batteria di misure che sospenderanno di fatto l’autonomia di Barcellona, ma l’ombra del contestatissimo articolo costituzionale si allunga già su altre aree della geografia spagnola. Per intendersi: su quelle regioni che l’esecutivo di Mariano Rajoy considera politicamente pericolose. È come se il centralismo spagnolista risollevasse la testa, senza che sia stata approvata nessuna riforma legislativa capace di mettere in dubbio la vigenza dello Stato delle autonomie.
Dopo che, per 40 anni, non si era mai presa in considerazione l’eventualità di applicarlo, in poche ore il 155 è stato evocato per mettere sull’avviso i dirigenti del Paese Basco e quelli della Castiglia La Mancia. La prima è notoriamente una regione dalla forte identità nazionalista. E forse il fatto che il suo presidente, Iñigo Urkullu, abbia espresso in modo esplicito sostegno a Puigdemont ha allarmato i popolari di Rajoy. Il leader locale del Pp, Alfonso Alonso, senza fare una piega, ha detto di aver notato “ingredienti” della situazione catalana anche nella realtà basca. Un governo regionale a guida nazionalista, “forze radicali” come EH Bildu (gli eredi di Batasuna, che un tempo era il braccio politico dell’Eta, ma ora il terrorismo non c’è più) e “i populisti di Podemos” che sono la terza forza. Miscela potenzialmente esplosiva, per il Pp. Che nel Parlamento basco è il fanalino di coda, quinto e ultimo partito per seggi e numero di voti. Ma a Madrid comanda, e allora tanto vale lanciare velate minacce.
L’altro avvertimento, ancor più sorprendente, viene da Toledo, capitale della Castiglia La Mancia. Qui è addirittura il prefetto (mandato da Rajoy) ad agitare come un randello il 155 contro l’amministrazione regionale. Non c’è nessuna sfida indipendentista, da queste parti, ma il presidente della giunta, il socialista Emiliano García Page, ha commesso l’errore di allearsi con i “populisti” di Podemos. Ai tempi della Transizione, quando nacque lo Stato delle autonomie, fu coniata la fortunata espressione “café para todos” (caffè per tutti, stessi diritti per le 17 regioni). Ora c’è chi teme che la ricreazione stia finendo.