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 2017  ottobre 24 Martedì calendario

La maglia di Anna Frank

Appena incrociano una persona diversa da loro, gli ultrà all’olio di ricino della Lazio vengono invasi da un incomprensibile senso di superiorità che sono soliti esprimere in versi e versacci. Finché un giudice si scoccia e chiude la curva. La curva, beninteso, non i curvaioli, la cui sventurata sorte di profughi del tifo tocca il cuore del presidente Lotito. Il noto umanista ha una pensata folgorante: che ai lazi-fascisti, sfrattati dal loro nido, sia concesso in affitto quello della Roma per la cifra simbolica di un euro. Naturalmente «nel quadro della campagna di educazione contro il razzismo». Trattandosi di una fesseria, diventa subito operativa. Domenica scorsa i «rieducati» occupano la curva nemica e – immagino nel quadro della campagna contro il razzismo – la riempiono di scritte antisemite e fotomontaggi di Anna Frank con la maglia della Roma.
Munito di apposita microsonda, mi inoltro nel luogo più claustrofobico del mondo: il loro cervello. Circumnavigandolo in un nanosecondo, si scopre che, per certe menti illuminate come una notte senza luna, accostare qualcuno alla vittima-simbolo dell’Olocausto rappresenta un insulto efferato. Proprio vero che la vita è una questione di punti di vista. Se fossi un tifoso della Roma, mi appunterei sul petto il fotomontaggio di Anna Frank giallorossa, ringraziando quei miserabili per avermi ritenuto degno di un così grande onore.