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 2017  ottobre 23 Lunedì calendario

Intervista a Sofia Goggia: La neve mi dà gioia, ma i Giochi in Corea mi preoccupano

La voce è squillante, la battuta pronta come sempre: Sofia Goggia è in auto, direzione Val Senales, dove metterà a punto gli ultimi dettagli prima del debutto stagionale in programma sabato a Soelden, sul ghiacciaio austriaco. «Finalmente si parte. Ho voglia di gare, la neve mi regala sollievo, parto a cuor leggero e felice», dice sorridendo l’azzurra che nella scorsa stagione si è presa il palcoscenico dello sci alpino con due vittorie, 13 podi e una medaglia di bronzo ai Mondiali di St.Moritz, unico centro della pattuglia italiana nella rassegna iridata.
Sofia, che appuntamento sarà il gigante di Solden?
«Sarà una gara classica, destra, sinistra destra....l’ideale per riprendere il contatto con il circuito. La disciplina la conosciamo, è durissima e il livello delle avversarie è molto alto, a partire dalle mie compagne».
A proposito di rivali. Come commenta la provocazione della Vonn di gareggiare con i maschi?
«Non giudico, ma penso che quella di Lindsey sia una mossa studiata per spostare l’attenzione dal problema avuto durante l’estate (le foto di nudo integrale sue e di Tiger Woods finite online, ndr)».
E della bufera mediatica che ha travolto Asia Argento dopo la rivelazione di violenza subita da Weinstein, cosa pensa?
«Quando sei un personaggio pubblico sei esposto. Ma dietro la facciata siamo esseri umani accomunati da paure e fragilità. Il mondo è pieno di donne abusate e sarebbe giusto aiutarle a trovare la forza di denunciare le violenze. È chiaro che a 20 anni, come nel caso di Asia, denunciare un uomo potente è un passo difficile».
Sono emerse anche accuse di atlete straniere. Teme casi simili nello sport italiano?
«Penso che ci siano segreti di questo tipo in tanti sport. Chiaro che non lo trovo giusto. Gli uomini di potere dovrebbero smetterla di essere persone con poco valore dal punto di vista umano. Pensano che il successo sia un valore assoluto, ma non è così».
Tornando a lei. Come è andata l’estate?
«Benissimo. Ho messo tanto fieno in cascina, ho iniziato la preparazione il 3 maggio. Ho fatto un lavoro durissimo intenso ed intelligente. Sono molto soddisfatta anche di quello sulla neve in Cile e in Argentina. In Sud America abbiamo sciato anche con i maschi, azzurri e norvegesi, per avere un riscontro. È stato molto utile».
Si sente sotto pressione per le Olimpiadi di febbraio?
«No. In realtà l’ho sentita più durante l’estate quando sono stata lontana dalla neve perché i tecnici avevano programmato un grosso blocco di lavoro in pista più avanti in stagione. Nei mesi di preparazione a secco sognavo di sciare. Poi quando ho rimesso gli scarponi mi sono sentita sollevata».
Dopo le tensioni internazionali con la Corea del Nord ha paura di gareggiare a Pyeongchang?
«La situazione è abbastanza grave indipendentemente dalle Olimpiadi. È chiaro che ci lascia un po’ di preoccupazione, anche al di là dell’evento sportivo. Nutro la speranza che non succeda nulla di grave ma che lo spirito olimpico smorzi le tensioni».
Ai Giochi di Sochi era infortunata e li ha commentati per la tv. Ricordi?
«Ero triste e confusa. Non ero in grado di cogliere la bellezza dell’evento. Pensavo persino di abbandonare lo sci...».
Che cosa l’ha spinta a continuare?
«La passione».
C’è un’immagine delle precedenti edizioni a cinque cerchi che l’ha colpita?
«Sì, l’oro della Vonn in libera a Vancouver. Ero sul divano, infortunata, e sognavo guardando le imprese della sciatrice più completa della storia. Mai mi sarei aspettata di gareggiare un giorno con lei».