la Repubblica, 23 ottobre 2017
E il cielo sopra Pechino torna blu nel weekend del Congresso
PECHINO. Il cielo è sempre più blu quando Pechino si tinge di rosso: ma questa volta perfino il nuovo Mao ha dovuto attendere il borghesissimo weekend per potere respirare a pieni polmoni. L’Organizzazione mondiale della sanità dice che il livello delle polveri sottili, le cosiddette Pm 2,5, non deve superare il limite di 10 microgrammi per metro cubo. Ma a Pechino quella soglia viene moltiplicata per 10 o per 20: facendo volare il costo delle mascherine antismog, sempre più potenti, fino a 398 yuan, 50 euro.
Xi Jinping ha promesso la guerra all’inquinamento perfino nelle 32mila parole del discorso da 203 minuti al Congresso. Ma la sbandierata “nuova era” del “socialismo con le caratteristiche cinesi” nei primi giorni del conclave rosso è sembrata troppo simile alla vecchia e l’aria è diventata moderatamente respirabile soltanto nel fine settimana.
Ai pechinesi è stato vietato di tutto pur di ottenere quello che qui hanno battezzato l’ “Apec blu”: fu proprio durante il summit dei paesi del Pacifico 3 anni fa che il governo cominciò a chiudere le fabbriche a centinaia di chilometri, stoppando il riscaldamento a carbone e perfino i barbecue. «Dobbiamo vincere la battaglia per i cieli blu» ha ripetuto l’altro giorno Xi. Anche perché non ne va solo della salute – e un milione e 800mila morti di smog sono lì a ricordarlo.
L’inquinamento è ormai emergenza sociale: la gente protesta, si organizza, scende in strada. L’aria cattiva, qui, ha già fatto cadere la testa di due sindaci, e per non soffocare definitivamente l’istituzione Xi ha nominato al top della metropoli il ministro dell’Ambiente in persona. Adesso, con l’aria tornata quasi normale nel fine settimana, non resta che trattenere il fiato: riusciremo a respirare anche in questi ultimi due giorni di Congresso? Il cielo è sempre più blu quando Pechino si tinge di rosso: per poi ritornare, ahinoi, al solito grigio.