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 2017  ottobre 23 Lunedì calendario

Guarire dallo smog. Il Nord ora respira ma ecco cosa si rischia e come proteggersi

Costa dolore e pena per i malati e i morti, costa soldi per le cure e i ricoveri, costa una bella fetta di impegno del sistema sanitario e dei suoi professionisti. Purtroppo l’Italia è il peggiore tra i Paesi europei più sviluppati in fatto di decessi e anni di vita persi a causa dell’inquinamento atmosferico. Gli effetti di quello che sta succedendo in questi giorni nella Pianura Padana si vedranno presto nei pronto soccorso. Ieri ci si aspettava che il meteo migliorasse la situazione della cappa che incombe sulle grandi città del Nord e in effetti il vento ha fatto scendere i valori delle polveri sottili. Così in serata a Torino si è deciso di revocare per oggi il blocco dei diesel fino all’ Euro 5. L’allerta resta alta e alle 12, in base ai nuovi dati disponibili, si deciderà cosa fare nei prossimi giorni.
Sono state circa 70mila, secondo uno studio dell’Agenzia europea per l’ambiente dell’11 ottobre scorso, le morti premature ripetto alla durata della vita media dovute allo smog in Italia nel 2014. Nello stesso lavoro si evidenzia come i mesi di vita persi in media dai cittadini italiani siano di più di quelli dei tedeschi, dei francesi o degli inglesi. Un altro studio, di ministero della Salute e Dipartimento di epidemiologia del Lazio, stima che nel 2005, quando il numero di decessi era intorno ai 60mila, quel tempo perduto equivalesse in media a 9,7 mesi. I costi sanitari secondo Oms e Ocse sono di 97 miliardi di dollari, circa 83 miliardi di euro.
Lo smog è un fattore di rischio per molte malattie croniche, come possono esserlo l’ipertensione o il fumo di sigaretta, e quindi nel lungo periodo può essere tra le loro cause. Ma può anche scatenare crisi acute in chi soffre già di problemi come asma o patologie polmonari. «Abbiamo fatto uno studio scientifico sugli ospedali di Milano» racconta Francesco Blasi, ordinario di pneumologia alla Statale. «A distanza di 24-36 ore dai picchi di inquinamento da particolato c’è un sensibile aumento degli accessi al pronto soccorso di persone con problemi respiratori. E crescono anche i ricoveri». Blasi spiega come arginare gli effetti dello smog sulla salute. «Purtroppo una vera prevenzione non è facile, perché l’esposizione è generale. Quando suggeriscono di chiudersi in casa è solo una blanda riduzione del rischio, perché l’aria non si ferma davanti a una finestra. E così il modo per evitare crisi acute è curare adeguatamente la patologia di cui si soffre e che con l’inquinamento può esplodere». Un’alta percentuale di persone colpite da malattie croniche come quelle respiratorie dopo un po’ smette di seguire le terapie. «È un errore. Se controllo le patologie evito le crisi. Non vuol dire solo che bisogna prendere farmaci. Ad esempio fare una vita sana e attiva, con un po’ di sport e un’alimentazione corretta, è di grande aiuto».
In questi anni si è dimostrato che lo smog non agisce solo sulle patologie polmonari. «Negli ultimi 10 anni si è capito che l’apparato cardiovascolare è il più colpito» spiega Francesco Forastiere, epidemiologo consulente dell’Oms nel campo dell’inquinamento atmosferico. «Le malattie più frequentemente indotte sono quelle ischemiche, l’ictus e lo scompenso cardiaco. Lo smog ha a che fare con il processo di arterosclerosi, aumenta la pressione, come le sigarette. Questo ovviamente se si viene esposti a lungo. Negli ultimi 2-3 anni, sono usciti lavori che lo mettono in relazione anche con diabete, malattie neurologiche e del sistema riproduttivo». Nell’ultimo piano nazionale della prevenzione, il ministero della Salute obbliga i responsabili di Ambiente e Sanità delle Regioni a fare programmi comuni contro l’inquinamento e i suoi effetti ma per ora non si sarebbe mosso nessuno. «E Lancet – spiega ancora Forastiere – in questi giorni ha pubblicato un articolo in cui dà una batosta ai governi del mondo, dicendo che non si stanno muovendo su un problema i cui effetti sanitari enormi sono noti da anni».