Libero, 20 ottobre 2017
Bollette telefoniche più salate del 9%. E il governo dorme
Sanzioni ridicole. Per le bollette ogni 28 giorni invece che ogni 30 (portando da 12 a 13 le fatture annuali con un aggravio dei costi per i consumatori dell’8,6%), Tim, Vodafone e WindTre rischiano di ricevere, come massimo della pena, una carezza. Assurdo ma è così. I gestori telefonici, pagheranno una multa di un milione 160 mila euro ciascuno. Briciole per i loro fatturati miliardari. Tanto più che l’effettivo pagamento potrebbe avvenire solo il prossimo anno considerando che la procedura è ancora in corso. Insomma i gestori telefonici avrebbero ancora un po’ di tempo per lucrare sulla loro furbata prima di essere costretti a pagare la sanzione.
Francesco Posteraro uno dei 5 membri dell’Agcom (il garante per le tlc), interviene per sollecitare il governo ad adottare interventi più rigorosi. La armi in mano agli sceriffi del mercato infatti appaiono attualmente come pistole scariche.
La regola adottata in Italia fino a questo momento è quella di spostare il centro della pena dal danno economico a quello reputazionale. Secondo questa impostazione non c’è bisogno di stangare le aziende scorrette con multe miliardarie. A punirle dovrebbe bastare la riprovazione ambientale e il fatto che i consumatori, venuti a conoscenza della scorrettezza, si rivolgano ad un altro gestore.
Un approccio che funziona bene nei Paesi anglo-sassoni (dove sono nate le norme anti-trust) perchè il loro puritanesimo considera, dal punto di vista del giudizio sociale, la bugia e l’imbroglio più deplorevoli del furto stesso. In Italia la metrica del consenso sociale non funziona esattamente alla stessa maniera. Raccontare bugie non è bello ma, insomma, non è nemmeno la fine del mondo. Per non parlare del fatto che, nel caso specifico, a distribuire carte truccate sono tutti i giocatori del mercato. Il consumatore che non volesse sottostare al loro ricatto non avrebbe altra possibilità che rinunciare al telefono.
La situazione cambierà, forse, l’anno prossimo con l’atteso debutto di Iliad, il gestore low cost che sta spopolando in Francia. Ipotesi troppo fragile per essere davvero presa in considerazione. Occorre perciò intervenire rapidamente.
Anche perchè un’azione tardiva e poco rigorosa potrebbe dare vita un effetto imitazione. Quanto sia alto il rischio si è già visto con la decisione di Sky. La pay-tv ha deciso di passare alla fatturazione ogni 4 settimane e l’esempio potrebbe essere seguito da aziende che erogano elettricità, gas e acqua. Invocando sanzioni più elevate, Francesco Posteraro sottolinea che le società telefoniche stanno affrontando costi elevati per adeguare le proprie strutture amministrative e commerciali alla novità.
Lo sceriffo delle tlc precisa che «non è in discussione la facoltà delle compagnie telefoniche di aumentare i prezzi». L’intervento del Garante «vuole assicurare che i consumatori siano informati in modo trasparente». In altri termini: liberi gli operatori di aumentare i prezzi, a condizione però che gli utenti ne siano pienamente consapevoli. Anche qui l’eco che rimbalza dagli Stati Uniti: si può anche vendere un uovo marcio. A condizione, però, di non spacciarlo per un prodotto di giornata.
Forse la trovata della fatturazione “corta” potrebbe avere i giorni contati. Il Parlamento infatti sta pensando da introdurre (forse già nella legge di bilancio) l’obbligo della la fatturazione mensile. L’ordine dovrebbe valere per tutti gli operatori sottoposti alle Authority (telefonia, pay tv, luce, gas). Si parla anche del raddoppio delle sanzioni per chi non si adegua e rimborso agli utenti vittima della tredicesima bolletta. Inoltre sarebbero messi dei limiti molto rigidi alle modifiche unilaterali dei contratti. Si torna anche a parlare di rottamazione delle bollette, che potrebbe essere ripetuta nel 2018.
«È una cosa che va messa a posto subito», ha annunciato Calenda. Vedremo se sarà di parola.