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 2017  ottobre 22 Domenica calendario

Robert, il calciatore da Guinness. «Le sfide con Maradona e Chinaglia»

TORTONA (Alessandria) Sta tutto in quest’ascetica ricetta di vita il segreto per entrare nel «Guinness dei primati» alla voce «calciatore in attività più longevo»: «Niente cibi grassi, zucchero, bibite. Vietate le sigarette e la sera a letto presto. Poi l’allenamento: almeno un’ora al giorno di corsa e tanta ginnastica». Il recordman è un uruguaiano di 55 anni, Robert Carmona, tre figli, sposato con una ginecologa. Ha militato in almeno 25 squadre e a elencarle tutte – Pan de Azucar, Progreso, Las Piedras, Alto Perù, Imperiales... – viene fuori una filastrocca che mescola pallone, potreros (i campetti da strada sul Rio del Plata e dintorni) e certi posti tra Montevideo, Buenos Aires, New York, Miami e Ibiza in cui Robert ha giocato. L’ultimo approdo è in Piemonte, a Tortona, all’Audax Orione, squadretta di Terza categoria, penultima nel suo girone. L’ingaggio, chiamiamolo così, è stato favorito da Alfredo Regueira, agente Fifa che da 12 anni vive da queste parti, amico fraterno di Davide Grillo, ex carabiniere, imprenditore nel ramo sicurezza e presidente dell’Audax. Scambio alla pari: Carmona giocherà nell’Orione per tutto l’inverno e nello stesso periodo Leonardo, il figlio 17enne di Grillo e punta emergente, disputerà uno stage nella «serie B» uruguaiana.
Non ci sono vittorie memorabili nella storia di Carmona, «un ortodosso numero 10», incrociata però con i dribbling di Ghiggia – «l’idolo di tutti noi uruguaiani: lo incontravo e gli chiedevo sempre del gol vincente contro il Brasile al Maracanazo» —, i possenti colpi di testa di Chinaglia, i palleggi in allenamento di Maradona, tutti visti da vicino. Decisivo però è stato l’imbattersi nella scheda anagrafica di Marco Ballotta, portiere «highlander», in «serie A» sino a 44 anni e finito nel volume dei «Guinness dei primati 2008». «Sino a quell’anno era lui il calciatore in attività più longevo» puntualizza Robert prima di cambiarsi negli spogliatoi dell’Audax per un allenamento all’imbrunire. Senonché la pagina con il record di Ballotta finì casualmente tra le mani di Agustina, la figlia di Carmona. «Papà, non vedo perché non ci possa essere anche il tuo nome su questo libro» esclamò la ragazza.
Robert annuì, facendo due conti. «Avevo cominciato a giocare a sette anni con i “pulcini” del Peñarol – ricorda – senza mai smettere». Una vita calcistica tra la seconda e la terza serie uruguaiane. La svolta nel 1987, a 25 anni, grazie a un’offerta dagli Stati Uniti che Carmona accettò restando per 12 anni nelle squadre semiprofessionistiche della «North American Soccer League» dove furoreggiavano ancora Franz Beckenbauer e Giorgio Chinaglia. Il «numero 10» ricorda bene l’incontro con l’ex bomber laziale «durante una sfida tra “all star” di New York: lui un campione acclamato, massiccio, alto. Io, non certo celebre – racconta – volevo assolutamente la sua maglia. Me la regalò a fine partita dicendomi: «Sei mingherlino, ti starà larga».
Poi Maradona, «il più grande di tutti», incrociato nel 1983 «quando giocavo a Buenos Aires, nel Tristàn Suarez». Dieguito veniva qui ad allenarsi: «Un giorno giocammo assieme. Emozionatissimo, volevo strafare: tentai una rabona per impressionarlo, ma inciampai e caddi. Lui rise e mi disse: calmati, uruguaiano. Poi mi soprannominò “rabona”». Dopo gli Usa Robert non smise di giocare, mescolando passione e l’impegno con la sua «onlus» – «Un calcio per gli altri» – con cui aiuta baby giocatori che alle spalle hanno famiglie difficili. «Ho impiegato quattro anni per trovare tutta la documentazione chiesta dal Guinness: altri sono sicuramente più vecchi di me, ma io posso dimostrare di avere giocato ininterrottamente da 48 anni. E non ho certo intenzione di smettere».