La Stampa, 19 ottobre 2017
Borgomanero dove tutto è cominciato
Nessuno sapeva cosa fosse la musica demenziale nella piazza di Borgomanero e nessuno aveva idea di chi fossero gli Elio nemmeno fuori. Era il 1987, prima del primo album, però già sulla strada del successo che di certo è iniziato lì.
Adesso il bootleg Live in Borgomanero è un oggetto di culto destinato a crescere di valore, allora erano sei tipi strani su un palco di provincia che si interrompevano tra loro, salutavano gli amici in prima fila, usavano le campane della chiesa come elemento sonoro. Soprattutto chiedevano a Borgomanero, che non ha ballato mai, «let me see you dancing» e poi partiva la musica della colonna sonora di Flashdance solo che era Tenia: «Bulimia, anemia, grave inappetenza son le tracce della sua presenza». Avrebbe dovuto essere destabilizzante solo che era perfetto perché invece di doverci adeguare potevamo agitarci in modo sconclusionato, ridere come disperati, sentirci complici di doppi sensi idioti. Era la ricreazione gestita con il talento e «ti passo un cubetto di ghiaccio intinto nel Cointreau sulla pancia». Molto meglio di una rivoluzione sessuale, era una rivoluzione sessuale praticabile. Per fare Micky Rourke in 9 settimane e mezzo ci vuole il fisico, la città, i soldi. Per fare gli Elio puoi stare a Borgomanero e quando abbiamo scoperto che valeva per l’Italia intera è stata una festa.