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 2017  ottobre 20 Venerdì calendario

I 50 anni della moviola, l’antenata del Var. «Tutta colpa di Rivera»

Il var ha un nonno che compie cinquant’anni. Oggi bastano pochi secondi all’arbitro per decidere senza (più) il timore di sbagliare. Ma fino a 50 anni fa il modo di raccontare il calcio era diverso: i dubbi sulle decisioni restavano tali, di un fuorigioco o un gol si poteva discutere all’infinito senza vincitori o vinti. In una domenica cambiò la storia: 22 ottobre del 1967, Inter-Milan a San Siro, nerazzurri in vantaggio per 1-0. Poi succede qualcosa: un cross dalla sinistra, Rivera calcia al volo, la palla sbatte sulla traversa e rimbalza dalle parti della linea. Alla fine l’arbitro decide che è gol: 1-1. La sera, tutti gli italiani scoprono che il pallone non era entrato: lo racconta alla Domenica Sportiva il giornalista Carlo Sassi. È il battesimo della moviola in tv. «Lo ricordo bene – racconta Sassi – ero a San Siro e a fine partita andai in Rai a rivedere l’episodio. Con il tecnico della moviola Heron Vitaletti notammo un dettaglio: quando la palla, dopo aver preso la traversa batteva in terra, si alzava della polvere. “È gesso”, pensammo. E se è gesso, la palla ha battuto sulla linea. E se ha battuto sulla linea, non è gol. Ci guardammo con Heron e ci dicemmo: “Che bello sarebbe poter far vedere tutto questo alla tv”. Alla Ds lo raccontammo, poi il giorno dopo c’era all’una un programma sportivo in cui mandammo delle riprese: eravamo riusciti a filmare i fotogrammi che dimostravano che la palla non era entrata, anche se la qualità non era il massimo. Ma al direttore De Martino dissi: “Guarda che si può andare a fare la moviola in diretta”. Perché tutto fosse come lo voleva la Rai ci vollero altri 2 anni».
Ma già con quei fotogrammi filmati gli italiani videro per la prima volta l’immagine rallentata di un episodio discusso: cinquant’anni esatti e la tecnologia da “nemico” degli arbitri è diventata il loro braccio destro. «Be’, se è così è una bella responsabilità», sorride Gianni Rivera, che se avesse fatto gol anziché prendere la traversa, forse avrebbe cambiato la storia: «Io e i miei compagni eravamo convinti che la palla fosse entrata: abbiamo preso l’arbitro D’Agostini che non voleva dare gol e lo abbiamo portato di peso dal guardalinee. L’assistente ha detto che lui l’aveva vista dentro e così pareggiammo. Ma poi Sassi e Vitaletti hanno smanettato ore alla moviola per dirci che non era gol. Non capimmo subito che quel giorno stava cambiando il modo di raccontare il calcio. Anche se poi la moviola è diventata solo un argomento in più di cui discutere. Avete visto? Oggi si discute persino il Var». Anche grazie a quella sera di cinquant’anni fa oggi la decisione su un gol dubbio viene presa da una macchina infallibile: «E la moviola la fa un arbitro – ricorda Sassi – in tempo reale, comunicando con l’arbitro in campo. Questo Var mi piace perché è un aiuto per il direttore di gara». Negli anni, Gianni Rivera e Carlo Sassi di quel gol hanno pure riparlato: «Anche un anno e mezzo fa. E ogni volta Gianni mi dice: “Non avevi di meglio da fare quella sera che rivedere il mio gol?”. Ma la moviola non è mica colpa mia. È colpa di un errore di Rivera, che anziché segnare prese la traversa».