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 2017  ottobre 20 Venerdì calendario

Elezioni e sicurezza, così funziona l’articolo 155. Blitz della Guardia Civil nella sede dei Mossos

MADRID Deciso il che, resta ora da valutare il come. Impresa non facile perché l’inedita applicazione dell’articolo 155 è anche l’ultima risorsa per restaurare la legalità costituzionale in Catalogna. Il leader di Ciudadanos, Albert Rivera, chiede una sostituzione in blocco dell’esecutivo catalano, per convocare quanto prima elezioni anticipate, nella speranza che nelle urne possa coagularsi una maggioranza unionista. Il socialista Pedro Sanchez, invece, in cambio del sostegno a Rajoy pretende un intervento di precisione da bisturi, dalla portata «quanto più breve e limitata possibile». 
LE AZIONI
Non si tratta di sciogliere il Parlamento catalano, ma di delimitarne il ruolo, per circoscrivere la capacità di azione della maggioranza indipendentista. Il controllo sul bilancio e sui conti pubblici catalani, già parzialmente commissariato dallo Stato centrale, sarebbe la prima delle misure, con la sostituzione del vicepresidente Oriol Junqueras con un tecnico del ministero delle Finanze. Assieme alle competenze economiche, un iter giudiziario è già in corso per l’avocazione delle competenze della polizia regionale. In questo senso, sembra scontata la sostituzione del comandante dei Mossos d’Esquadra, il maggiore Josep Luis Trapero, imputato di sedizione dall’Audiencia nacional; ma anche del direttore di polizia, Pere Soler, e a catena del conseller degli interni, Joaquim Forn. 
LA POLIZIA
Ieri agenti della Guardia Civil spagnola in borghese hanno effettuato una perquisizione nel commissariato di Lleida dei Mossos. Gli agenti spagnoli, che agiscono su mandato di un giudice istruttore, avevano il compito di sequestrare le registrazioni delle comunicazioni interne del primo ottobre, durante le operazioni di voto del referendum di indipendenza. 
Un’incognita resta la sostituzione del presidente Carles Puigdemont, legalmente l’unico a poter convocare elezioni. Perché si possano tenere entro fine anno, la dead line per la convocazione è martedì prossimo, 24 ottobre. È questione controversa fra giuristi se lo Stato debba sostituire Puigdemont e assumerne le funzioni o commissariarne la sola prerogativa elettorale. 
In caso di commissariamento dell’intero gabinetto e di sostituzione con un governo tecnico, la presidenza potrebbe essere assunta temporalmente da un ministro coordinatore, sull’esempio di quello nominato da Tony Blair ai tempi degli accordi di pace in Ulster. Fra i nomi che circolano, quello della vicepremier Soraya Sanz de Santamaria, quello del delegato del governo in Catalogna, Enrico Millo o dell’ex ministro socialista ed ex presidente dell’Europarlamento Josep Borrel. Ipotesi che restano tutte avvolte nella principale incognita: la possibile rivolta catalana.